Il processo ai responsabili dei crimini perpetrati alla Risiera si è concluso a Trieste nell’aprile del 1976, a oltre 30 anni dalla fine della guerra. Solo la caparbia volontà di un gruppo di ex deportati e di familiari di vittime del Lager, con l’appoggio dell’Aned e dell’Unione delle Comunità ebraiche, ha imposto lo svolgimento del processo, apertamente osteggiato dalle autorità tedesche, che anche dopo le condanne si opposero alla estradizione dei responsabili degli eccidi.
Tra principali accusati due nazisti tedeschi: Joseph Oberhauser, già comandante del Lager, divenuto birraio a Monaco dopo la guerra, e il suo ex superiore August Dietrich Allers, divenuto avvocato ad Amburgo.
Quest’ultimo è morto nel 1975, prima della conclusione del processo. Quanto a Oberhauser, egli fu condannato all’ergastolo dalla giustizia italiana, ma continuò liberamente a gestire la sua birreria di Monaco fino al 22 novembre 1979, quando è a sua volta deceduto, all’età di 65 anni.
A dispetto del fatto che le condanne sono rimaste senza esecuzione, il processo della Risiera (i cui atti sono stati pubblicati a cura di Adolfo Scalpelli, per conto dell’Aned) ha segnato una tappa importante, confermando che non ví è prescrizione possibile per i crimini contro l’umanità. “Chiunque pensasse a un nuovo fascismo – commentò allora Simon Wiesenthal, noto “cacciatore” di criminali nazisti – deve sapere che alla fine sarà sempre la giustizia a vincere. Anche se la macina della giustizia gira lentamente”.