Il controllo poliziesco all’interno dell’Adriatisches Küstenland fu affidato alle SS, alle quali spettava pure la supervisione della repressione politica, razziale e antipartigiana. Comandante delle SS fu Odilo Lotario Globocnik, triestino di nascita, legato a Himmler e già organizzatore di massacri in Polonia nel quadro della famigerata “Aktion Reinhard”, che costò la vita a circa 2 milioni e mezzo di ebrei polacchi. Per svolgere il suo compito, Globocnik si installò a Trieste con un nutrito seguito di “professionisti” della repressione e della morte, già distintisi in operazioni di sterminio in Russia, Polonia e nei campi polacchi di Belzec, Sobibor e Treblinka. In tutto arrivarono a Trieste ben 92 componenti dell’Einsatzkommando Reinhard, uomini e donne, tra i quali un nutrito gruppo di SS ucraine.
Gli Einsatzkommando erano reparti speciali, creati allo scopo di “condurre la lotta contro i nemici ostili al Reich alle spalle delle truppe combattenti”. Dipendevano dall’Ufficio centrale della polizia di sicurezza del Reich (RSHA, Reichssicherheitshauptampt) a sua volta dipendente dal Ministero degli Interni di Heinrich Himmler.
Il primo comandante dell’Einsatzkommando a Trieste fu Christian Wirth, arrivato immediatamente dopo l’8 settembre, reduce dalla partecipazione alla famigerata “Aktion T4”, l’eliminazione fisica di decine di migliaia di handicappati fisici e mentali e di malati classificati “inguaribili” nel quadro della operazione “Eutanasia” voluta da Hitler. Ucciso Wirth in un’azione partigiana a Erpelle, il 26 maggio 1944, gli subentrò August Dietrich Allers. Il braccio destro di Allers, Joseph Oberhauser, fu comandante della Risiera.
Passarono per Trieste dunque personaggi di assoluto rilievo nella gerarchia nazista dello sterminio. E tra questi non va dimenticato Franz Stangl, il “boia di Treblinka” che un tribunale tedesco nel dopoguerra riconobbe responsabile dell’uccisione di 900.000 persone. Una concentrazione di quadri nazisti che dimostra l’estrema importanza del “litorale Adriatico” per il Terzo Reich hitleriano.
Grazie alla coraggiosa iniziativa di un gruppo di ex deportati alla Risiera e dell’Aned, nel dopoguerra si riuscì a organizzare il processo ai massimi responsabili dei delitti compiuti in questo campo di sterminio. Alcuni di essi furono condannati a pesanti pene, ma sfuggirono all’arresto grazie alla protezione della Repubblica Federale Tedesca.