Alba Valech Capozzi
A 24029
Soc. An. Poligrafica, Siena 1946
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Il libro che presentiamo in questa sezione è ormai introvabile. Stampato in pochi esemplari a Siena nell’immediato dopoguerra, è stato riproposto, con il consenso dell’Autrice, allora ancora vivente, nel 1995, in occasione del cinquantesimo anniversario della Liberazione a cura dell’Istituto Storico della Resistenza Senese, che ha stampato 500 esemplari di una edizione anastatica.
Si tratta di uno dei primi libri di testimonianza usciti in Italia su Auschwitz e in generale sulla tragedia della deportazione degli ebrei italiani. Un libro scritto di getto, a pochi mesi dalla fine della guerra, da una donna di grandissima sensibilità e di rara forza narratrice. Un libro – diciamolo – che avrebbe certamente meritato miglior fortuna.
Siamo quindi felici e orgogliosi di potere riproporre questo testo sul nostro sito, avendone ottenuta l’autorizzazione. Lo proponiamo così come ci è pervenuto, senza alcun intervento sull’originale. I lettori noteranno che i vocaboli, i comandi, gli insulti in tedesco sono riportati in modo approssimativo; che alcune volte sono in corsivo e altre no; che la stessa parola ha talvolta anche più grafie. Piccole cose, che nulla tolgono all’efficacia di un volume di memoria che merita comunque un posto di assoluto rilievo nel panorama della letteratura sulla deportazione. Ci sono pagine – quella del vecchio che vede la sua casa dal treno che lo porta ad Auschwitz, per dirne solo una – che starebbero magnificamente in qualsiasi antologia della prosa italiana.
Con questo volumetto il nostro sito si arricchisce di un piccolo prezioso gioiello, e noi ne siamo lieti, perché è proprio per dare voce e forza a voci come questa che lo abbiamo fondato, ormai oltre 2 anni fa.
Dario Venegoni
luglio 2000