Quello che pubblichiamo in occasione del primo “Giorno della memoria” è davvero un documento eccezionale, unico. Si tratta di una canzone composta da un gruppo di giovani deportate nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau nell’estate del 1944 sulle note di un motivo (“Piemontesina bella”) assai in voga in quegli anni. Una canzone dal testo semplice e ingenuo, rimasta in tutti questi anni sepolta nel ricordo di una superstite, Arianna Szorenyi. Il sogno segreto di Arianna è che qualche sopravvissuta possa riconoscere questo canto, e ricordare di averlo ascoltato, cantato a mezza voce, di nascosto, tra le baracche del Lager da un gruppo di ragazze che oggi non ci sono più.
A comporre la canzone furono certamente le 4 sorelle di Arianna: Bella, Daisy, Rosetta e Lea, deportate con i genitori a Birkenau, e come i genitori inghiottite dalla macchina dello sterminio. Con loro c’erano altre ragazze, forse piemontesi, di cui non conosciamo il nome.
Grazie alla collaborazione di Giandomenico Panizza, recentemente scomparso, possiamo proporre il canto nella registrazione effettuata nella primavera del 2000 dalle componenti del Coro Philomela di Cernusco Sul Naviglio (Milano), guidato dal maestro Giorgio Radaelli (file audio di 3,6 Mb)
Si tratta di una registrazione amatoriale; ci scusiamo per la qualità a tratti davvero carente del file audio. Viste le dimensioni del file, il tempo necessario a scaricarlo può essere anche di alcuni minuti, con un modem non troppo efficiente. Crediamo che in ogni caso i rumori di fondo e i fruscii non riescano a intaccare il valore di questo canto, che ci porta la voce, lo spavento, le ingenue speranze e la freschezza di un gruppo di ragazze di 56 anni fa, nel cuore dell’inferno di Birkenau, tra gli interminabili appelli, il lavoro forzato, le inenarrabili violenze dell’apparato di controllo.
L’ANED si associa volentieri al desiderio di Arianna Szorenyi, che ringrazia di cuore, e dedica questa registrazione alla memoria di tutte le donne deportate.
Ringraziamo anche il maestro Giorgio Radaelli e il suo coro Philomela che con generosità e prontezza hanno accolto il nostro invito e hanno registrato la canzone delle ragazze di Birkenau.
Tutto questo infine semplicemente non sarebbe mai venuto alla luce senza la pazienza, l’amore, l’entusiasmo di Giandomenico Panizza. Ci piace pensare che anche lui sarebbe felice di sapere che questo progetto, al quale con tanta passione ha lavorato, è finalmente riuscito ad andare in porto.
Le parole della canzone:
Svegliamoci presto ragazze
Il tedesco è venuto
E ci deve contar
Svelte andiamo all’appello
Formiamo un drappello
Laggiù nel piazzal
Perché a lavorar
bisogna andar
A comandare è il baston
I camerati nemici ci son
Mai ti potrò scordare
O prigionia di guerra
La pelle e il cuor ci serra
Ci Rende triste ogni dì
Ma poi pensando a casa
Ritorna l’allegria
La speranza si ravviva
Di presto ritornar
Ecco però lì già schierati
Coi cani al guinzaglio
Ci attendono già
Tengono in mano il bastone
Che poi sul groppone
Ci scaricheran
Se sul lavor
Svelte non siam
Questi malvagi aguzzin
A bastonate ci faranno morir
Noi non dobbiam scordare
La prigionia di lamento
I pidocchi a cento a cento
Le scarpe rotte ai pié
Il rancio che ci danno
È scarto per maiali
Brodo di rape e cane
Con l’acqua del caffè
E dopo aver lavorato
La strada del campo
Ci tocca rifar
Abbiamo il viso imbrattato
La testa fasciata
Come tanti soldà
Svelte noi siam
A lavorar
Ma questi malvagi aguzzin
a bastonate ci farann morir
Ma quando verran gli alleati
Ai vecchi camerati
Tutto farem pagar
La verga e il baston
Lor batterem sul groppon
“E mentre ogni ragazza diceva questa frase – ricorda Arianna Szorenyi – arrivò la Kapo Elsa, una polacca triangolo verde, una bestia, e cominciò a picchiare finché ognuna non andò nel suo letto a castello…”.