Il 13 aprile 1945 gli ex deportati tedeschi e austriaci si riuniscono nel piazzale centrale del campo di Buchenwald, alla presenza dei francesi, polacchi, belgi, cechi, danesi, olandesi, italiani, e redigono il “Manifesto dei socialisti democratici dell’ex campo di concentramento di Buchenwald”. Si tratta del documento programmatico più significativo scritto dai deportati stessi e contenente richieste fondamentali per la costruzione di una Germania e di un mondo libero e democratico.
«Noi, detenuti di Buchenwald siamo riuniti oggi per onorare i 51 mila prigionieri assassinati a Buchenwald. 51 mila padri, fratelli, figli sono morti di una morte piena di sofferenza, perché hanno lottato contro il regime degli assassini fascisti. Noi, che siamo rimasti in vita e che siamo i testimoni della brutalità nazista, abbiamo assistito, con una rabbia impotente alla morte dei nostri compagni. Se c’è qualcosa che ci ha aiutato a sopravvivere è l’idea che la giustizia sarebbe giunta un giorno. Oggi, noi siamo liberi. Noi, quelli di Buchenwald, russi, francesi, polacchi, cecoslovacchi, tedeschi, spagnoli, italiani e austriaci, belgi e olandesi, lussemburghesi, rumeni, jugoslavi e ungheresi, abbiamo lottato contro le SS, contro i criminali nazisti, per la nostra liberazione. Un pensiero ci anima: “La nostra causa è giusta e la vittoria sarà nostra”. È per questo che giuriamo, in questi luoghi del crimine fascista, davanti al mondo intero, che abbandoneremo la lotta solo quando l’ultimo responsabile sarà stato condannato, davanti al tribunale di tutte le nazioni. Il nostro ideale è la costruzione di un nuovo mondo, nella pace e nella libertà. Lo dobbiamo ai nostri compagni uccisi e alle loro famiglie. Alzate la mano e giurate per dimostrare che siete pronti alla lotta.»