Apertura: 22 luglio 1942
Ubicazione: Polonia, a circa 80 km da Varsavia.
Treblinka, la cui costruzione inizia a fine maggio del 1942 e che diviene operativo il 22 luglio 1942, è il quarto campo di sterminio nazista a sorgere in Polonia, dopo Chełmno, Bełżec e Sobibór. Il campo di sterminio viene costruito da imprese tedesche nelle vicinanze di un preesistente campo penale istituito e sorge a circa ottanta chilometri da Varsavia, vicino ad una zona scarsamente popolata, nascosta da una folta vegetazione boschiva e di alte piante di pini.
Treblinka viene costruito nell’ambito dell’Operazione Reinhard ideata dal gerarca nazista Reinhard Heydrich, allora governatore del Protettorato di Boemia e Moravia, per attuare la Soluzione finale della questione ebraica decisa da Hitler all’inizio del 1942. Questo progetto prevede specificatamente di effettuare il genocidio ebraico, già iniziato dalle unità mobili di sterminio delle Einsatzgruppen, che fino a quel momento avevano ucciso un milione di persone tra ebrei, Rom e Sinti e Commissari politici sovietici, dentro recinti di campi di concentramento precostituiti.
Nel novembre 1941 viene costruito costruito, nei pressi di una grande cava di ghiaia, il campo di lavoro Treblinka (Arbeitslager Treblinka), denominato in seguito Treblinka I. Questo campo, quasi sconosciuto rispetto al suo omonimo, sorge a circa 2 km a sud dal campo di sterminio e i prigionieri qui rinchiusi, per la maggior parte oppositori politici polacchi, vengono impiegati in lavori di scavo e trasporto dei materiali della vicina cava. Treblinka I viene liberato nell’agosto 1944 dalle forze sovietiche. Si stima che in questo campo siano transitate circa 20.000 persone, di cui circa la metà qui muore per le terribili condizioni di vita.
Il campo di Treblinka è diviso in due sezioni: il Campo I e il Campo II.
Il Campo I è composto da due parti. La prima è la sezione amministrativa, che comprende le caserme delle SS e delle guardie ucraine, la sede del comando, un panificio, dei magazzini e le baracche dei prigionieri che lavoravano per far funzionare il campo. Nella seconda parte si trova un binario di raccordo ferroviario, collegato a Varsavia, e una piattaforma per svuotare i treni del loro carico umano. Inoltre è presente una finta infermeria con la bandiera della Croce Rossa, dove vengono mandati i malati, vecchi e feriti, chi giunge già privo di vita e i “fastidiosi” cioè quelli che incitano la folla a ribellarsi.
Il Campo II, il campo della morte, si trova su una piccola collina, dove si trovano le tredici camere a gas per l’eliminazione dei deportati, nelle quali si uccide tramite monossido di carbonio prodotto dai motori dei carri armati. Dato il numero elevatissimo di arrivi a Treblinka, il comandante del campo Franz Stagl fa costruire ben dieci nuove camere a gas, da aggiungere alle tre già esistenti.
Dietro le camere a gas, nascoste alla vista, si trovano enormi graticole fatte con binari ferroviari, dove vengono messi a bruciare i cadaveri dei prigionieri gassati. Le cremazioni vengono disposte dopo la visita di Himmler nell’aprile 1943; all’inizio i cadaveri erano sepolti in grandi fosse preparate da enormi escavatrici provenienti da Treblinka I.
La vicinanza di Treblinka alla città di Varsavia e al suo ghetto permette un arrivo continuo di ebrei ogni giorno. Secondo un rapporto del comandante di brigata delle SS Jürgen Stroop approssimativamente 310 mila ebrei sono trasportati in treni merci dal ghetto di Varsavia a Treblinka nei soli primi tre mesi di attività del lager.
A Treblinka non viene effettuata la tipica selezione per gli abili e inabili al lavoro una volta scesi dai treni; la direzione è sempre e solo la morte. A parte i prigionieri schiavi lasciati in vita per i lavori nel lager, chi entra a Treblinka deve morire immediatamente.
I prigionieri vengono a sapere della rivolta del ghetto di Varsavia e decidono di tentare un’azione analoga. Il 2 agosto del 1943, gli internati delle squadre di lavoro si ribellano, impossessandosi di piccole armi, ricoprendo di cherosene gli edifici e appiccando un rogo. Il campo viene gravemente danneggiato dagli incendi e, visto che l’eliminazione degli ebrei polacchi è stata ormai largamente completata, il campo cessa le operazioni. Poco poco Treblinka viene raso al suolo, gli ultimi prigionieri vengono fucilati e, sul suolo dove sorgeva il lager, vengono impiantate attività agricole per nascondere le atrocità commesse.
Quello che accadde a Treblinka non rimase nascosto a lungo. Fino agli anni cinquanta, la terra sabbiosa, su cui una volta era edificato il lager, restituisce ancora ossa, denti, pezzi di carta ed oggetti vari appartenente a coloro che qui persero la vita. Si rende necessaria ed urgente una degna sistemazione di quei resti e la Comunità polacca, inoltre, decide di erigere un Memoriale per le vittime di Treblinka.
Il Memoriale è costituito da 17.000 pietre che simboleggiano un cimitero e rappresentano non solo le vittime ma anche i luoghi e le comunità ebraiche cancellati dall’Olocausto. Al centro del cimitero è eretto un obelisco sul quale è incisa l’immagine del Menorah. La frase “Mai più” appare incisa su una pietra collocata vicino alla base del monumento in yiddish, polacco, russo, inglese, tedesco e francese. Questo Memoriale è stato eretto nel punto dove si trovavano le camere a gas di Treblinka.
Georgia Mariatti
Per saperne di più consultare il sito del Museo di Treblinka