Nel marzo del 1988  Tadeusz Jarzecki , musicista polacco ex deportato ad Ebensee (vedi la breve scheda biografica), venuto a conoscenza tramite la rivista Famiglia Cristiana degli sviluppi tra Prato ed Ebensee, indirizzò alla Sezione Aned  di Prato una lettera con cui intendeva stabilire un contatto con gli ex deportati pratesi. La lettera, fra vari ricordi, riporta un episodio citato nel docu-film “Eppure quando guardo il cielo”.

Il docu-film , realizzato da Gabriele Cecconi per la nostra sezione Aned e presente nel nostro canale YOUTUBE (https://youtu.be/slnl-6WqRc4), prende spunto da un’altra lettera, quella che il Capitano Timothy Brennan scrisse alla moglie subito dopo la liberazione del Campo di Ebensee nel maggio del 1945. Nel finale della lettera,  Brennan parla di un noto pianista e di  un violinista, ex prigionieri, che hanno suonato per lui”.

Nel riordinare i documenti della Sezione per un progetto di digitalizzazione degli stessi, abbiamo rinvenuto un reperto del 1988 che ci ha commosso. Si tratta della lettera di un ex deportato polacco, Tadeusz Jarzecki prigioniero a Mauthausen ed Ebensee, che, tramite una copia di Famiglia Cristiana tradotta in polacco, era venuto a conoscenza del gemellaggio fra Prato ed Ebensee e chiedeva di riprendere un contatto con quelli che avevano condiviso con lui il dramma della deportazione ad Ebensee. Nel corpo della lettera racconta un po’ della sua storia e riporta proprio l’episodio citato da Brennan. La cosa ci ha molto colpiti e commossi  (all’epoca la cosa non fu notata e la lettera non ebbe seguito).

 

Ecco i passaggi in questione .

 

Lettera del Capitano Brennan alla moglie – Maggio 1945

 

….”Io ho portato al mio quartier generale un famoso pianista di concerto e un violinista.

Il pianista piangeva come un bambino quando gli fu permesso di suonare e i sei anni trascorsi in un campo

di concentramento non erano stati sufficienti ad uccidere il suo genio.

Ha suonato per me ed e stato veramente molto bello”…

 

Lettera di Tadeusz Jarzecki  alla sezione Aned di Prato  (traduzione dal polacco allegata alla lettera) – Marzo 1988

 

….“Ho sopravvissuto solamente grazie alla mia professione, sono musicista”….

…” Io, dopo la liberazione, dopo uscire tutti dal Lager abitavo da 6 maggio con alcuni colleghi nella città.

Abbiamo partecipato alla Santa Messa del Maggio. dove ho suonato come organista.

Gl Americani hanno saputo che sono un musicista e 19 maggio è venuto da noi un sacerdote cattolico nell’uniforme americano e ci ha preso con se, un mio collega violinista e me.

Ci ha portato fuori città dove era “organizzato” un cimitero per le vittime di Ebensee

C’era la Santa Messa, noi abbiamo suonato

Dopo pochi giorni siamo stati andati con Americani”…..

 

 

Tadeusz Jarzecki, tornato in patria, è divenuto un importante musicista del suo paese.