Si è svolto domenica 3 maggio 2015 a Milano, presso la nuovissima Casa della Memoria, un commosso, irripetibile incontro di ex deportati nei campi nazisti, sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica.
Vedi la registrazione integrale della giornata (a cura di Sergio Gbellini)
E' stata un'assemblea di superstiti, alla quale hanno partecipato una trentina di ex deportati provenienti da tutta Italia, ma anche un incontro con i giovani, a 70 anni dalla fine della guerra e della liberazione degli ultimi Lager, per affidare alle nuove generazioni i valori che hanno fatto parte per tanti decenni dell'impegno dei superstiti dei Lager. In particolare erano presenti diversi studenti delle scuole secondarie superiori di Verona accompagnati dal direttore scolastico Alfonso Quaglia
Il Presidente Sergio Mattarella ha inviato all'incontro un caloroso messaggio. Altrettanto ha fatto la Presidente della Camera, Laura Boldrini.
A soli tre giorni dell'inaugurazione dell'EXPO, è stata anche l'occasione per fare valere di fronte all'opinione pubblica il tema del futuro della memoria della peggiore tragedia del Novecento, e di affidare alle nuove generazioni il compito di proseguire nell'impegno di decenni degli ultimi sopravvissuti dei Lager.
L'incontro si è aperto con la lettura di alcuni messaggi di saluto. Dario Venegoni ha portato quello del presidente dell'ANED Gianfranco Maris.
La serie degli interventi è stata aperta dall'assessore Franco D'Alfonso, a nome dell'amministrazione comunale di Milano, cui ha fatto seguito un intervento introduttivo di Tiziana Valpiana, vicepresidente dell'ANED.
Il maestro Sandro Laffranchini ha eseguito alcuni brani musicali al violoncello, tra i quali una sua riduzione per violoncello solo del celebre Adagio di Samuel Barber.
Sono seguiti gli interventi,tutti incentrati sul tema della trasmissione della memoria dei Lager attraverso le generazioni, di tre ragazzi:
Hanno quindi preso la parola due testimoni, in rappresentanza di tutti i presenti:
Due tra i ragazzi presenti hanno quindi consegnato due targhe ricordo ai testimoni dei Lager, cominciando dalla più giovane tra i presenti, Arianna Szörényi, che aveva 11 anni quando fu deportata A Birkenau, e a Mario D'Angelo, superstite di Dora, che con i suoi 96 anni era il decano dell'incontro.
In seguito le targhe ricordo sono state consegnate dai ragazzi a ciascun ex deportato presente, ricevendo in cambio dalle mani dei testimoni il fazzoletto dell'ANED, quasi a sottolineare il passaggio del testimone.
Dijana Pavlovic, attrice, attivista dei diritti dei rom, ha quindi letto il testo del "Giuramento di Mauthausen". "La sua presenza tra noi oggi, ha detto presentandola il vicepresidente dell'ANED Dario Venegoni, non è casuale. Dijana è stata oggetto più volte di odiosi episodi di razzismo e di discriminazione, e noi invitandola qui abbiamo voluto rendere esplicita, una volta di più, la nostra incondizionata solidarietà verso tutti coloro che si battono contro l'intolleranza, la discriminazione e il razzismo".
E' quindi salita sul palco Vera Michelin Salomon, partigiana e deportata romana, che ha letto a nome di tutti l'appello degli ex deportati ai giovani, accolto da un lungo, commosso applauso.
Infine ha preso la parola Dario Venegoni, vicepresidente dell'ANED che ha ricordato come proprio alla Casa della Memoria tra poche settimane l'ANED trasferirà la propria sede nazionale e quella della sezione di Milano. "Questa riunione resterà per gli anni a venire come vero fondamento del nostro lavoro in questa sede". "Da domani, da domenica prossima, quando ci ritroveremo a Mauthausen, davanti al monumento italiano insieme centinaia e centinaia di ragazzi italiani, noi leggeremo l'appello scaturito da questa indimenticabile riunione, così che la vostra voce, la voce degli ex deportati.italiani, giungerà ancora per anni e anni ovunque l'ANED arriverà per incontrarsi con gli studenti e per parlare con le donne e gli uomini di questo paese".
Dario Venegoni ha infine indicato la giacca originale indossata a Mauthausen da Giuseppe Calore, indimenticato medico del Revier: "Ci è stata consegnata dal figlio, e noi la custodiremo in questa sede, per ricordarci sempre le nostre radici e l'indicibile sacrificio da cui è nata la nostra associazione, fin dal 1945".