Il 29 settembre 2010 alle ore 17.30 sarà inaugurato il

nuovo percorso audiovisivo
del Museo della Deportazione di Prato

finanziato con il contributo del Programma “Europa per i cittadini” dell’Unione Europea

CON I MIEI OCCHI
Volti e voci di superstiti dei campi di concentramento e di sterminio nazisti

a cura di Camilla Brunelli e Gabriele Cecconi
con la collaborazione di Elena Bresci e Chiara Mazzoncini
sottotitoli in inglese di Loredana Melissari

Attraverso il nuovo percorso museale audiovisivo dislocato in sette postazioni audio/video con le testimonianze di sopravvissuti dei campi di concentramento e di sterminio, corredate da sequenze filmiche e fotografie originali, si è voluto sottolineare l’atmosfera che avvolge il museo grazie al forte impatto creato dall’oscurità della sala e dalla forma degli espositori,  facendo “illustrare” gli oggetti esposti e quindi la vita e la morte nel lager da alcuni superstiti in video, attraverso la loro testimonianza diretta, che fino ad oggi al museo è mancata.

Per rispettare l’intento dell’allestimento, cioè quello di far fare al visitatore “un viaggio simbolico dentro un lager nazista”, le vicende narrate, suddivise in sette tappe tematiche,  riguardano unicamente il tempo passato nel campo, ciò che il sopravvissuto ha visto “con i suoi occhi”, dall’arrivo alla liberazione, tralasciando l’arresto, il trasporto e il periodo successivo alla liberazione.

Si è dunque scelto, coerentemente con l’impostazione generale del museo, di offrire al visitatore le storie di superstiti arrestati per motivi razziali e politici e finiti nei lager peggiori, quelli controllati dalle SS. Si è cercato inoltre di inserire nel percorso persone provenienti da varie zone geografiche della Toscana ma anche categorie di deportati di cui meno si è parlato come i sinti e i rom, gli omosessuali e i testimoni di Geova.

Nell’occasione sarà presentato al pubblico per la prima volta il numero di matricola in stoffa appartenuto a Sergio Rusich, deportato a Flossenbuerg, donato al Museo dalla famiglia.

www.museodelladeportazione.it