Fin dal giorno del suo ritorno in via della Reginella, quando tutti volevano dimenticare, pochi ascoltare e non si poteva credere nell’incredibile, Settimia Spizzichino ha iniziato a testimoniare, con incrollabile volontà, con determinazione ferrea, sugli orrori della Shoah, sulla tragedia della deportazione. Incrollabile ieri, ancora tale oggi. Una testimonianza dura, la sua, un racconto preciso e puntuale che nulla concede a facili lacrime e commozioni, puntando soprattutto a far capire sempre più a fondo ciò che è accaduto, da chi furono commessi crimini atroci e perché.
Senza ricorrere a linguaggi della politica o della storia a volte oscuri o incomprensibili agli studenti, Settimia offre una testimonianza piana e semplice ma di notevole spessore politico, in cui nulla si confonde o si giustifica. Il criminale è chiaramente criminale, la vittima rivendica il suo irrinunciabile diritto/dovere di accusare, di ricordare, di non perdonare.
Oltre cinquant’anni di impegno encomiabile ma quanto mai doloroso. E poiché Roma, la sua città idolatrata più che amata, le ricorda la tragica retata del Portico d’Ottavia, il bestiale viaggio per Birkenau, la sua sorte di unica donna sopravvissuta, la sua liberazione nell’inferno di Bergen – Belsen, Settimia ha trovato un rifugio sereno, tra amici che l’amano profondamente, a Cava dei Tirreni. In questa città Settimia trova requie, forse la sua memoria un poco si calma, si distende e respira. Un rifugio prezioso.
Cava dei Tirreni, nell’anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ha voluto conferire a Settimia la cittadinanza onoraria. Non un attestato, molto di più: ha voluto assumere nella sua storia quella di Settimia, ha voluto far suo dolore e riscatto, memoria e impegno per il futuro. Giovedì 10 dicembre 1998 il Consiglio comunale, in seduta straordinaria, ha conferito a Settimia la cittadinanza ed una medaglia d’oro, onorato di poterla annoverare tra i suoi cittadini, onorato di poter contare sulla sua presenza quale ineguagliabile testimone della storia del nostro secolo.
Di ciò sono state testimonianza chiara e forte le parole del sindaco, del presidente del Consiglio comunale, dell’arcivescovo di Cava – Amalfi, della rappresentante di Amnesty International.
Per l’Aned erano presenti Mario Limentani e il presidente della sezione di Roma Aldo Pavia che ha sentito il dovere di sottolineare l’impegno assiduo di Settimia e la qualità della sua presenza, non solo nella capitale e non solo nell’Aned.