Dibattito – Non si abusi della pazienza delle vittime –  Un intervento di Dario Venegoni, figlio di due ex deportati a Bolzano, dopo le prime udienze a Verona.

Una Corte canadese è stata in Italia per due settimane a partire dal 26 settembre per interrogare i testimoni che accusarono l’ex SS del campo di Bolzano di orribili delitti tra l’estate del 1944 e la primavera del 1945.

Michael Seifert

Seifert fu condannato all’ergastolo in contumacia dal Tribunale militare di Verona nel novembre del 2000, e la sentenza fu confermata nei successivi gradi di giudizio, divendando definitiva.

La decisione di inviare a Verona una Corte canadese si inserisce nel quadro del procedimento per la revoca della cittadinanza canadese di Seifert, pendente da diverso tempo a Vancouver. Una Corte federale ha infatti accolto l’eccezione avanzata dalla difesa – sostenuta dall’avvocato Doug Christie – secondo la quale Seifert è stato condannato con un processo svolto secondo le norme italiane, e non quelle canadesi. Quindi una Corte del Canada è venuta in Italia ad ascoltare i testimoni. La corte era composta da un giudice, un pubblico ministero, un difensore, un cancelliere e diversi impiegati. Purtroppo alcuni dei circa 20 testimoni di accusa ascoltati a Verona nel 2000 oggi sono deceduti o impossibilitati a partecipare a una udienza di questo tipo

Le udienze di Verona segnano oggettivamente un punto nella battaglia ingaggiata dall’ex criminale nazista di Bolzano contro la revoca della cittadinanza canadese. Ma non cambia nulla nell’altro procedimento, forse per lui più importante, relativo alla estradizione in Italia. La pratica, ottenuto l’avallo delle autorità giudiziare competenti, è ora nelle mani del governo di Ottawa.

Nel corso dell’ultima udienza veronese, la Corte ha deciso di non trasferirsi a Trento, dove Nella Lilli Mascagni, superstite di Bolzano, era disposta a testimoniare sui delitti di Seifert e del suo compare Otto Sain. Cosi’ sabato 8 ottobre la trasferta italiana è terminata. Rientrata in Canada, la Corte deciderà se ascoltare o meno nuovamente l’ex criminale di guerra nazista. Raccoglierà certamente le testimonianze di due studiosi circa il comportamento di altri criminali di guerra dopo la fine del conflitto.

La sentenza di primo grado è prevista verso la fine del 2006.