Una immensa folla ha partecipato domenica mattina 18 maggio a Mauthausen alla manifestazione internazionale che celebra ogni anno l’anniversario della liberazione del campo, ultimo tra i grandi lager nazisti a essere raggiunto dagli eserciti alleati, il 5 maggio 1945.
Particolarmente numerosa, come sempre, la rappresentanza italiana: migliaia e migliaia di giovani, accompagnati da diversi superstiti del campo, hanno sfilato sulla piazza dell’Appello dopo aver partecipato all’annuale raduno nei pressi del monumento italiano, dove ha parlato Italo Tibaldi, ex deportato nel lager e vicepresidente del Comitato Internazionale degli ex prigionieri del campo. Le città di Firenze e di Mauthausen hanno sottoscritto un Patto di Fratellanza che sarà perfezionato l’anno prossimo a Firenze, a ricordo delle centinaia di toscani qui deportati.
Un reportage sulla giornata di Leonardo Visco Gilardi.
A sottolineare la partecipazione italiana, quest’anno, c’era anche la mostra realizzata da Dario Venegoni e Leonardo Visco Gilardi per conto della Fondazione Memoria della Deportazione sulla Resistenza nel campo di Bolzano, allestita in due lingue – italiano e tedesco – in una baracca ricostruita nel campo principale. La mostra era stata inaugurata sabato 17 con la partecipazione di Leopold Steurer e di Lionello Bertoldi, dell’ANPI di Bolzano. Era presente il co-.autore Leonardo Visco Gilardi
Grande partecipazione anche alle manifestazioni tenute nel sottocampi di Gusen e di Ebensee (dove si è ricordato il ventesimo anniversario del gemellaggio con la città di Prato) e al Castello di Hartheim.
Ai partecipanti alla manifestazione, e in particolare ai tantissimi giovani giunti a Mauthausen da ogni parte d’Italia, ha inviato un caloroso messaggio di saluto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il quale ha scritto: “Trasmettere da una generazione all’altra la memoria del nostro passato non è un rito che si tramanda. E’ un dovere che si deve adempiere. Non dimenticate che fu la scoperata dei campi di concentramento e di sterminio, con lo spettacolo delle inumani distruzioni belliche, che spinse i sopravvissuti di tutte le nazioni a dire: mai più guerre tra noi”.