Prima degli interventi dei diversi oratori, alla manifestazione conclusiva del XVIII Congresso nazionale dell’ANED è stato proiettato du maxischermo il saluto di una socia speciale dell’associazione, la senatrice a vita Liliana Segre. Il video è stato realizzato nei giorni precedenti da Vera Paggi, con la fotografia di Massimo Buda.
A me fa piacere cominciare questo incontro così importante ricordando quando io per la prima volta sono stata invitata a partecipare a una riunione dell’ANED.
Erano gli anni ’50, naturalmente io ero molto giovane, niente a che fare con adesso che ho 92 anni, ma sono rimasta la stessa nei confronti dell’ANED. Avverto sicuramente un senso di appartenenza all’associazione, ma immeritatamente, perché tutti i miei compagni di strada dell’ANED, che sono purtroppo morti ormai o talmente vecchi da non poter più partecipare a queste riunioni, anche nella loro semplicità rispetto ad altre situazioni, mi facevano sempre pensare nella loro semplicità a uomini e donne di grande coraggio che in anni estremamente difficili avevano fatto la scelta. La scelta di essere sé stessi, di non chinarsi come pecore davanti al totalitarismo, a sentirsi già democratici molto prima che la democrazia ci fosse in Italia.
Io invece, essendo ebrea, ero stata costretta a essere prima imprigionata nelle carceri italiane, poi deportata, e poi avevo fatto quell’iter del deportato che sopravvive e che, secondo Primo Levi, il mio grande maestro, non è mai salvato, perché rimane sempre quello che è stato imprigionato, quello che vedeva il cielo attraverso i fili spinati, che non si toglie mai, dal profondo del cuore, il fatto di essere stato prigioniero senza colpa.
È quindi molto importante questo congresso, questa riunione di figli e nipoti di coloro che hanno fatto la scelta di cui essere fortemente orgogliosi nelle famiglie.
Io sono una nonna fiera dei miei nipoti e dei miei nipoti ideali, quelli a cui ho parlato per trent’anni nelle scuole di tutta Italia, e che muti e incuriositi da un mondo che io descrivevo mi promettevano di non dimenticare. È questo il punto, non si deve dimenticare. Non si deve mai perdere la propria dignità, bisogna sempre fare la scelta..
Cosa pensi che vorresti dire dopo queste elezioni che hanno visto la destra vincere così in Italia, ma anche avanzare in Svezia, in Francia, in Spagna, in tutto il mondo?
Sono una spettatrice…una spettatrice muta, una spettatrice senza parole, una spettatrice che ricorda il secolo passato, in cui nel 1922 andava il fascismo al potere, e dopo un secolo in cui era successo di tutto e di cui invito a studiare la storia magistra vitae, non abbastanza, forse…le cose si stanno ripresentando. Per ora senza quella violenza cieca di cui sono stata vittima. Ma quali sono gli ideali di queste destre europee? Quali sono i progetti? Quali sono i programmi? Quali saranno le conclusioni? Che possono essere magari con un risvolto democratico, è questo a cui tutti dobbiamo sperare, pensare che possano essere passati questi anni non inutilmente oppure… oppure specchiare il passato con nuove vittime e con nuove persone che non sono gradite, con tutti quelli che, come sono stati una volta antifascisti ed ebrei, diventano invisibili.
La Costituzione nata dopo la guerra ha garantito libertà, democrazia, possibilità di crescita, anche a persone che non erano…che erano nate svantaggiate. Oggi si parla di cambiare questa Costituzione.
Io sono stata sempre appassionata alla nostra bellissima Costituzione, più che mai da quando sono diventata senatrice a vita ho voluto proprio, nonostante la mia età, ristudiare la Costituzione. E c’è quell’articolo 3 che invito tutti a leggere. E invito tutti a meditare sull’articolo 3, perché l’articolo 3 della nostra Costituzione è la risposta. È la risposta per ognuno di noi, che se avrà letto e approvato quell’articolo, che dà dignità e rispetto alla persona di ognuno di noi non potrà essere diverso. E quindi è sempre rispetto ai giovani, ai giovani intelligenti, ai giovani curiosi, che avranno fatto loro l’articolo 3 della Costituzione che va la mia speranza, se no l’alternativa qual è? Noi abbiamo già visto quell’alternativa, e quella alternativa non dà speranza.
Vorrei dare un grande incoraggiamento a chi ha avuto nella propria famiglia un padre, un nonno, uno zio, un amico che ha fatto la scelta. E ci sono persone nella propria famiglia che rimangono un simbolo a qualunque età. Voi avete in mano la scelta. Voi avete un ricordo del passato meraviglioso, in famiglia. Voi dovete essere estremamente orgogliosi che nella vostra famiglia ci sia stato chi ha fatto la scelta in tempi duri, e fatela anche voi ogni giorno. Oggi è più importante che mai.