Durante le celebrazioni del 25 Aprile a Busto Arsizio (VA) è stato intitolato ad Angioletto Castiglioni, partigiano ed ex deportato a Flossenbürg, il largo del Tempio Civico. Si è dato così seguito a quento deciso giorni fa dall’amministrazione comunale. L’eccezionalità dell’evento sta nel fatto che Angelo Castiglioni, componente del Consiglio della sezione ANED di Milano era presente, in prima fila, alla solenne cerimonia.

La targa inaugurata il 25 Aprile definisce Castiglioni “cittadino benemerito, testimone di verità e libertà, operatore di pace”, parole quanto mai appropriate per un testimone instancabile dei valori della Resistenza e degli orrori dei Lager nazisti.
“Angelo, passi di una storia in cammino” si leggeva sullo striscione vergato con vernice rossa portato in corteo dai ragazzi dell’artistico Candiani da piazza Trento, simbolo della repressione fascista, fino al Tempio Civico della città.
Nel corso della cerimnonia il sindaco Farioli ha detto: «Abbiamo voluto far raccontare il 25 aprile da ragazzi» perchè  sono i giovani a dover «raccogliere il testimone della lotta partigiana». Come l’11 aprile scorso con «i ragazzi di Legalitàlia, oggi sono gli studenti dell’artistico a farci vedere come di fronte alla freddezza dell’indifferenza e del nichilismo c’è il calore della partecipazione». Giacomo Baldini, Davide Duma e Pietro Solinas si sono alternati nel raccontare la storia della Resistenza, il ruolo di Busto Arsizio nella lotta partigiana e particolari sull’impegno di Castiglioni, per concludere con la consapevolezza di avere «il compito di difendere la costituzione frutto di quelle lotte».
«E’ l’umanesimo della nostra città, non so come ringraziarvi» ha detto Castiglioni allo scoprimento della targa del largo che, come ha detto il sindaco, “sarà in eterno dedicato a lui e al suo impegno».
Mentre sulle note dell’inno di Mameli il sindaco dichiarava chiusa la cerimonia, Angioletto Castiglioni ha chiesto di poter parlare. «La nostra società – ha esordito in un silenzio surreale – ha oggi più che mai bisogno di amore». Lo stesso amore che «ha vinto i campi di sterminio» e che oggi deve «spingerci a  stringere la mano tesa di uomini, donne e bambini che ci chiedono aiuto». Il monito sembra essere riferito alla questione dei migranti che premono sulla sponda sud del Mediterraneo. Ma il pensiero di Angioletto corre anche verso le istituzioni. Riferendosi ai politici presenti ma sopratutto ai numerosi uomini delle forze dell’ordine gli ha insistentemente invitati a «rispondere alle richieste del disagio con giusti sentimenti di giustizia sociale».

Ad Angioletto Castiglioni le felicitazioni e le congratulazioni di tutti i compagni di deportazione e di tutta l’ANED.

(Fonte: Varesenews)