Intervento di GIANDOMENICO PANIZZA Milano

L’Aned assuma l’impegno di completare l’elenco nominativo dell’intera deportazione italiana

Il libro della memoria sulla deportazione degli ebrei dall’Italia verso i campi di sterminio nazisti dal ’43 al ’45, edito da Mursia e redatto da Liliana Picciotto Fargion per il Centro di documentazione ebraica contemporanea contiene gli elenchi nominativi e altri dati anagrafici e cronologici su 10.036 ebrei italìani vittime della repressione nazifascista in tutti i territori allora italiani, tra cui, per esempio, Rodi e le altre isole egee del Dodecanneso. Concittadini nostri quindi di ogni età e condizione sociale, intere famighe, dai nonni ai nipotini, spesso imparentalle tra di loro, in certe zone addirittura intere comunità locali.
Di essi 8.639 sono statì deportati nei KZ nazisti, solo 980, il 15%, sono tornati; 7.389, l’85%, nei campi hanno perso la vita. Scorrere quegli elenchi, disposti su due colonne per oltre 400 pagine, è come veder passare velocemente e scomparire all’orizzonte un interminabile convoglio ferroviario composto da migliaia e migliaia di vagoni, anzi di carri merci o bestiame, stìpati con esseri umani provenienti da ogni parte d’Europa sotto occupazione nazista. Giorni e notti, estate o inverno, di viaggi penosi, tra mille privazioni e sofferenze verso destinazioni sconosciute, poi l’arrivo, la selezione e l’atroce separazione delle famiglie, e subito dopo privati.di ogni effetto personale, la rasatura e la completa spersonalizzazione, ridotti a semplici numeri di matricola, pezzi, merce conservata, per usare un eufemismo dei Reinhard Heydrich, il vice di Hirnmler, che così aveva definito gli internati a Sachsenhausen da invìare a Gleiwitz per essere uccisi, vestiti con uniformi polacche, fotografati e presentati come i supposti aggressori della Germania nazista alla fine dell’agosto del ’39. Un macabro pretesto per la vera aggressione alla Polonia.
Manca ancora un libro della memoria che comprenda tutti gli italiani, forse 40,000 complessivamente, deportati politici nei campi di sterminio nazisti, compresi ovviamente gli 8.639 Ebrei italiani. Nel suo libro, edito nel 1965, Valeria Morelli ha pubblicato nominativi, dati anagrafici e numeri di matricola di oltre 15.000 nostri connazionali deceduti nei vari KZ.
Altri elenchi sono contenuti in libri testimonianze di superstiti. Infine, nel 1968 la Gazzetta Ufficiale ha quasi raddoppiato il numero tra superstiti e deceduti sulla base della documentazione fornita dal Centro di Arolsen della Croce Rossa ìntemazionale. Ancora molti deportatì italiani, per tante ragioni diverse, non sono stati compresi in tali elenchi. Al riguardo occorre precisare che Liliana Picciotto Fargion ha potuto giovarsì, nella sua paziente ed encomiabile ricerca, degli elenchi dei deportati arrivati progressivamente neì vari KZ, i cosiddetti “transport liste”.
Dobbiamo rendere merito a Italo Tibaldi di aver capito che la ricerca va compiuta sui trasporti della deportazione, da dove sono partiti e quando, di quanti deportati si componevano, dove sono arrivati e quando, quali numeri di matricola sono stati assegnati ai componenti del trasporto. Non partiamo da zero, ma da una imponente documentazione da trascrivere su computer, da integrare, da esaminare per capire dove proseguire la ricerca. E’ un obbligo morale che ci deve impegnare tutti, superstiti, familiari, amici, perché occorre arrivare, se non alla completezza, almeno a ciò che già ora i dati possono fornire.
Si devono poter leggere nomi e cognomi, età, luoghi di nascita e di residenza o di arresto, data di arrivo nei campi e per i più la breve durata di vita nel campo di sterminio. Mette angoscia leggere tali elenchi, ma occorre farlo, perché non siano dimenticati del tutto, perché non siano svaniti nel nulla.
Perciò propongo che la Presidenza metta all’approvazione ora, in questo momento, la seguente proposta. Che nella prima riunione del nuovo Consiglio nazionale, dopo quella di domenica 12 marzo per le nomine delle cariche associative, sia varata una commissione presieduta da Italo Tibaldi con il compito di realizzare il censimento nominativo dell’intera deportazione italiana per trasporto e per campo di sterminio. Vi ringrazio.