CLAUDIO MARTINI sindaco di Prato
Caro presidente Maris, care congressiste e cari congressisti dell’Aned, dopo averlo fatto fugacemente stamattina vorrei tornare in modo un po’ più esteso, anche se non lunghissimo, a darvi personalmente e a nome dell’Amministrazione comunale di Prato il più caloroso benvenuto a questa vostra edizione del congresso che si svolge nella nostra città e il più caloroso bentornato a chi si ritrova qui dopo la precedente edizione.
Voglio dare il benvenuto soprattutto a chi viene da più lontano e voglio dire un grazie agli ospiti stranieri che sono qui riuniti anch’essi, ai sindaci di altre città europee che hanno voluto presenziare a questo importante avvenimento.
E voglio dirvi grazie per aver scelto Prato per la seconda volta consecutiva per lo svolgimento del vostro congresso nazionale. Questo è per noi un grande onore che accogliamo con estremo piacere, anche perché sentiamo un legame profondo con l’Aned; noi vi accogliamo nella nostra città come messaggeri di pace, di tolleranza. di solidarietà e quindi come alcuni tra gli amici più cari della nostra città di Prato.
Questo congresso ha per noi una grandissima importanza, perché si svolge in un momento cruciale come quello del 50° della liberazione, un anno di straordinario valore per la nostra Repubblica. lo vorrei ricordarlo questo perché celebriamo il 50° della liberazione in un momento di grande turbamento, di crisi profonda e di sbandamento, momento nel quale è indispensabile tenere saldo l’ancoraggio a valori fondamentali che per noi sono ancora quelli scaturiti dalla Resistenza, dalla lotta al nazismo e al fascismo e agli orrori più grandi da essi perpetrati, i valori emersi dalla liberazione dei campi di sterminio e dei nostri Paesi.
Queste cose sono già state dette ampiamente nella relazione del vostro presidente Maris, nell’intervento che ha svolto il presidente della Giunta regionale Chiti, quindi non mi dilungo per non ripetere cose che tutti noi comprendiamo bene. Voglio solo aggiungere che è per questo motivo, perché vogliamo restare fedelmente ancorati ai valori della Resistenza e della liberazione che noi invitiamo soprattutto le giovani generazioni a conoscere e a ricordare, a sapere e a tenere in memoria, a non disperderla questa memoria, e a saper trarre sempre una nuova lezione dagli avvenimenti del periodo nazifascista.
Siamo attenti ad ogni approfondimento della storia, non siamo accecati né dall’odio, né dalla sete di vendetta; in particolare la nostra città di Prato ha sempre cercato di muoversi in questo modo, e lo dimostra credo in modo esemplare il fatto che abbiamo taputo sancire un gemellaggio istituzionale tra la nostra città e la città austriaca di Ebensee, città dove era allocato un campo di sterminio dove hanno perso la vita centinaia di nostri concittadini.
La nostra città a distanza di tanti anni non è stata mossa da sentimenti di vendetta e di recriminazione, ma anzi ha attivamente cercato, grazie all’insostituibile contributo venuto proprio dagli iscritti all’Aned, di fare un gemellaggio di riconciliazione. Ma una riconciliazione che non è annientamento della verità e della memoria, non è cancellazione di ciò che è successo, ma, al contrario, è apertura, squadernatura dei libri della storia perché tutti possano sapere, tutti possano ricordare. E io ho veramente il piacere, e vorrei che fosse accolto con un caloroso segno di amicizia, di annunciare che è presente qui ai vostri lavori proprio il sindaco di Ebensee, sindaco della città gemella. Quindi noi non siamo accecati né dall’odio, né dalla sete di vendetta, ma non ci facciamo trascinare in nessun modo nella palude dell’oblio e della pacificazione. Nessuna pacificazione è possibile con chi rinnega i valori superiori della pace, della democrazia e della libertà. Non è la nostra democrazia che deve riappacificarsi con chi lottò contro di essa; sono semmai quelle forze che debbono essere loro a riappacificarsi, se ne saranno capaci, con la nostra democrazia, rompendo i ponti con il loro passato e, per molti aspetti, anche con il loro presente.
Voglio aggiungere un’ultima cosa, perché non voglio rubare molto tempo al vostro congresso. Considero estremamente importante questo appuntamento anche per noi, per la nostra città, anche per ragioni di stretta attualità, perché il vostro messaggio di pace, di tolleranza, di solidarietà, di democrazia viene a cadere in una società che mostra purtroppo l’esistenza di segnali opposti, segnali di intolleranza, segnali di razzismo, di xenofobia. In qualche modo questo accade anche a Prato, non mi vergogno a dirlo perché i problemi quando ci sono non possono mai essere elementi di vergogna, ma devono essere questioni con le quali ci misuriamo. Prato è sicuramente una città ospitale, aperta, democratica, che ha dato spazio a tutti, che è raddoppiata grazie all’immigrazione nel giro di poco più di vent’anni, ma è una città che ha comunque i suoi problemi.
I segnali di disagio li cogliamo proprio in questi giorni, in queste settimane. Difficoltà di rapporti di strati, di settori della nostra popolazione con gli extracomunitari, un modo di vedere i rapporti con i nomadi francamente esasperato, esagerato, quasi che sia un qualcosa di ingovernabile. Io non voglio criminalizzare nessuno, non voglio dare giudizi stroncatori su nessuna posizione, ma voglio dire con molta serenità che non è questa la città che preferiamo, non è questo il volto di Prato che abbiamo costruito e che vogliamo rafforzare. Quello che è necessario è fare un grande sforzo di serenità e di senso di responsabilità per non avere mai paure esagerate, per non drammatizzare mai le questioni, fare uso del bene della ragione e affrontare le questioni sapendo che tutte si possono risolvere. Non c’è questione in una città democratica, aperta, solidale che non possa essere risolta, certo facendo uso di regole, di vigilanza, di attenzione, ma anche del necessario spirito di accoglienza.
Ecco, il vostro congresso ci aiuta in questo, ci conforta, perché ci dà segnali di forza, di perseveranza e di grande fedeltà ai valori della democrazia e della tolleranza. Anche per questo vi ringrazio della vostra presenza e spero che questo rapporto idealmente elettivo che la vostra associazione ha scelto con la città di Prato possa rinnovarsi anche in anni a venire. lo ho piacere di queste vostre invasioni, vedendo il Consiglio comunale di Prato invaso dai congressisti dell’Aned lo considero un privilegio per la città di Prato e, vi prego, concedeteci anche nel prossimo futuro di nuovo questo privilegio.