Il "Monumento Lepetit" è stato il primo ad essere eretto nell'area in cui sorgeva il campo di Ebensee. Fu inaugurato, tra mille difficoltà, nel 1948, nel terzo anniversario della liberazione.

Hilda Lepetit, vedova dell'industriale farmaceutico Roberto, deportato dai nazisti per la sua attività a favore della Resistenza, sostenne con tutte le sue forze questa realizzazione: una croce monumentale dedicata, come recita l’iscrizione, “Al marito qui sepolto, compagno eroico dei mille morti che insieme riposano e dei milioni di altri martiri di ogni terra e fede…”.

Il progetto fu appoggiato dalle Forze Alleate e del Governo dell’Alta Austria, ma avversato dall’amministrazione locale, ansiosa di destinare l’area a edilizia residenziale e di mettere una pietra sopra a un passato imbarazzante (un atteggiamento radicalmente mutato negli anni, soprattutto grazie al gemellaggio proposto dall'ANED di Prato).

Fortunatamente, nel 1948 il monumento, progettato dall’architetto italiano Gio Ponti, fu inaugurato. Era stato eretto proprio sopra la fossa comune che le SS fecero scavare nella notte dal 4 al 5 maggio 1945 e dove furono raccolti i corpi di 1179 vittime, tra cui probabilmente quello di Roberto Lepetit, deceduto di stenti nei giorni della liberazione del campo.

Proprio la presenza del monumento, e del cimitero costruito attorno ad esso raccogliendo i resti di migliaia di vittime dei nazisti nella zona, ha impedito che fosse definitivamente cancellata ogni traccia di uno dei peggiori campi dell’intero sistema concentrazionario nazista.

Da sempre l'area è meta di pellegrinaggi, soprattutto nel mese di maggio, quando si svolge qui una cerimonia commemorativa, organizzata ormai da anni dallo stesso Comune di Ebensee, alla quale partecipa sempre una grande folla proveniente da tutta Europa.

Con la famiglia Lepetit l'Associazione ha raggiunto un accordo per il trasferimento della proprietà del monumento di Ebensee all'ANED. Il contratto di donazione sarà perfezionato nelle prossime settimane.

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