Care amiche, cari amici,

rendiamo noto il comunicato stampa rispetto ai recenti fatti avvenuti durante il Consiglio Comunale di giovedì 26 luglio 2018, invitando alla lettura e alla diffusione.

https://www.repubblica.it/politica/2018/07/27/news/saluto_romano_destra_verona_consiglio_comunale-202795134/

Verona, in Consiglio comunale saluto romano “dedicato” al movimento femminista. E il consigliere cita Mussolini

La provocazione del consigliere di maggioranza Andrea Bacciga. Protestano le attiviste di “Non una di meno”. E lui: “Evidentemente siamo in un regime. Dovrò salutare con il pugno chiuso…” di PAOLO BERIZZI

VERONA – Un saluto romano dedicato alle attiviste del movimento femminista “Non una di meno”. La provocazione è andata in scena giovedì a Verona durante il consiglio comunale: protagonista – stando alle accuse lanciate dalle stesse attiviste e da “Possibile” – il consigliereAndrea Bacciga, eletto con la lista “Battiti” del sindaco Federico Sboarina.

La vicenda, che sta sollevando polemiche, è andata in scena prima dell’inizio dell’assemblea comunale . Nalla sala di palazzo Barbieri si doveva discutere di due mozioni proposte dalla Lega per lasciare alle associazioni cattoliche più libertà nel contrastare l’aborto libero e gratuito nonché l’attuazione di di un programma di “sepoltura dei bambini mai nati”, anche senza il consenso della donna coinvolta e a carico della sanità pubblica. Tra il pubblico, come annunciato, si presentano le attiviste di “Non una di meno”: dal loggione sono pronte a dar vita a una protesta silenziosa e pacifica con indosso vestiti simili a quelli della serie tv The Handmaid’s Tale, cioè tuniche e mantelli rossi e copricapi bianchi (nella serie le donne vestite in questo modo vivono come schiave sessuali e incubatrici viventi).

Il casus belli si consuma con l’ingresso in aula di Bacciga: il consigliere di maggioranza Bacciga appena varcata la soglia dell’aula si rivolge alle attiviste facendo il saluto romano. Seguono proteste da parte dei consiglieri di minoranza che chiedono al presidente del consiglio Ciro Maschio (Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale) di prendere provvedimenti. Maschio (il quale a sua volta aveva proposto una sua mozione per intitolare una via a Almirante) dice che lui non ha visto nulla e che non può interrompere la seduta “per fare l’esegesi dei gesti altrui”. Oltretutto – è il ragionamento del presidente del consiglio – il “disturbo” creato dalla presenza delle silenziose attiviste farebbe il paio con il “disturbo” eventualmente creato dal saluto romano di Bacciga che “comunque io non ho visto”. E dunque? Il Consiglio comunale viene interrotto.

Quando riprende, il consigliere Bacciga – sollecitato da un quesito della minoranza – dà la sua versione dei fatti: “Io stavo entrando, ho salutato in questa maniera qua delle persone con la mano destra, ma se è proibito salutare con la mano destra ditemelo, evidentemente siamo in un regime che dovrò salutare con il pugno chiuso (…) Io ho salutato con la mano destra, se volete tagliarmi la mano destra fatelo!”.

Bacciga (che si definisce “identitario”) non è nuovo a provocazioni simili: l’anno scorso, in veste di componente della commissione cultura di palazzo Barbieri, acquistò e donò alla Civica biblioteca libri di ispirazione fascista e nazista “per offrire un’interpretazione della storia diversa”. E anche lì furono polemiche, con il Pd che ne chiese le dimissioni. A Verona la politica di destra – dall’ex sindaco Flavio Tosi all’attuale Sboarina fino al ministro della famiglia Lorenzo Fontana – ha da sempre una solida tradizione che fonde associazioni ultracattoliche e integraliste, esponenti della Lega e formazioni e movimenti di estrema destra.

L’ultimo caso – quello del saluto romano di Bacciga – riporta indietro la memoria a un precedente. Il 14 Luglio 1995, 23 anni fa, in Consiglio comunale veniva approvata la mozione 336, che rigettava la Risoluzione A3-0028/94 sui diritti delle persone omosessuali nella comunità europea. Prima e dopo l’approvazione la mozione fu accompagnata da ampio dibattito, nel corso del quale non mancarono frasi omofobe di diversi consiglieri della maggioranza nei confronti di attivisti dell’allora circolo Arcigay-Arcilesbica Verona. Famosa fu quella del consigliere della Lega Nord Romano Bertozzo che, il 22 giugno 1995, chiese di “castrare i gay”.

Adesso di fatto va in onda una riedizione: questa volta con tanto di saluto fascista da parte di un consigliere comunale che ha giurato sulla Costituzione. “In Italia si fanno i saluti romani nell’aula consiliare come se fosse una cosa naturale – attacca la segretaria di Possibile, Beatrice Brignone -. Continueremo a essere al fianco di chi si batte per i diritti delle donne e contro il fascismo”.

Mentre si moltiplicano le polemiche e le critiche per il suo gesto, Bacciga – vicino al movimento veronese di ispirazione nazifascista Fortezza Europa – con un tweet di mussoliniana memoria di fatto conferma e rivendica il saluto romano: “Se mi assolvete, mi fate un piacere; se mi condannate, mi fate un onore”.