Sabato 12 marzo, su istanza della Sezione ANED di Savona-Imperia,
presso i giardini ‘Sandro Pertini’ nel Comune di Loano,
che già nel 2019 gli aveva conferito la cittadinanza onoraria,
alla presenza della moglie di Sig.ra Gina e delle figlie Laura e Marzia,
è stata inaugurata una targa
in memoria di Aldo Marostica
nato a Castagnaro (Vr) il 3 novembre 1925 e deceduto il 9 dicembre 2021,
deportato politico sopravvissuto alla deportazione nel campo di Mauthausen Gusen.
Lo scorso 9 dicembre si è spento all’età di 96 anni nella sua abitazione a Loano Aldo Marostica, partigiano combattente facente parte della 184^ Brigata Garibaldi, nella Sap di fabbrica, deportato nel campo di concentramento di Mauthausen-Gusen in seguito allo sciopero politico del marzo 1944.
Nato il 3 novembre 1925 a Castagnaro in provincia di Verona, professione meccanico, iniziò subito dopo l’8 settembre 1943 la sua attività di partigiano distribuendo agli operai della Falk nella zona di Sesto San Giovanni il materiale propagandistico che insieme ad altri riusciva a reperire e a consegnare ai partigiani nella zona dei Lecco e della Val d’Ossola con il suo sidecar, sapendo il rischio che correva: se fascisti e nazisti lo avessero scoperto, sarebbe stato fucilato immediatamente
La mattina del 1° marzo 1944 il Comitato di Liberazione Alta Italia proclama lo sciopero generale nel “Triangolo Industriale”, migliaia di lavoratori aderiscono allo “sciopero politico” contro l’occupante nazifascista. Quella pagina gloriosa della lotta di Liberazione sarà pagata a caro prezzo da Aldo e dagli altri operai: arrestato in casa dai fascisti della Rsi, venne dapprima portato al commissariato e poi al carcere di San Fedele, vicino al duomo di Milano; dopo qualche giorno venne trasferito a San Vittore, poi a Bergamo, nella caserma del 78° Fanteria, in via Colleoni. Dopo qualche giorno allestirono un treno di carri bestiame con destinazione Mauthausen.
Il treno con 440 persone 400 uomini e 40 donne ( che saranno trasferite in seguito a Ravensbruck) partì il 5 aprile 1944 e arrivò alla stazione di Mauthausen il giorno di Pasqua del 1944, l’8 aprile. Tutto il gruppo venne trasferito nel campo grande, furono spogliati di tutti i loro averi, a Aldo fu data una targhetta con il suo numero di matricola 61685. Successivamente venne trasferito nel sottocampo di Gusen I e Gusen II dove venne fatto lavorare insieme ad altri deportati in condizioni terribili, con la morte sempre presente da parte delle SS, dei kapò e del crematorio.
Aldo Marostica sopravvisse nel campo di Mauthausen e Gusen per oltre 15 mesi, sfidando il terribile inverno, le malattie, le vessazioni delle SS e il pochissimo cibo che veniva dato ai prigionieri. Nella sua testimonianza Marostica racconta: “Dopo circa 3 mesi, mi hanno messo a pulire i giardini delle baracche delle SS. Sembrava che la vita fosse finita, stavamo in piedi solo perché c’era l’aria ma a questo punto avvenne un altro colpo di fortuna. Al campo arrivò un generale delle SS e il comandante del campo e i suoi uomini scattarono sull’attenti. Chi era ‘sto tizio lo seppi solo a guerra finita, quando si parlò del processo di Norimberga, si chiamava Oswald Pohl. Quando arrivava lui, come minimo erano eliminati mille invalidi che non servivano più. Nell’uscire dalla baracca comando, dopo aver svolto il suo compito, si accorse che la sua auto non riusciva a ripartire e nessuno tra le SS sapeva come risolvere il problema. Avendo visto la scena, mi sono offerto, dato che era il mio mestiere, dicendo che ero un meccanico. Questo generale incaricò una SS di portare i ferri e, morale della favola, sistemai l’auto. Fu la mia salvezza: questo super SS mi prese per un braccio, mi portò dentro il campo e mi raccomandò al capo baracca, quindi passai diverso tempo nel pulire la stanza del capo, scopare il blocco mentre mangiavo il triplo degli altri. Questo era l’ordine del generale delle SS Oswald Pohl, comandante amministrativo dopo Himmler e Kalterbrunner di tutti i campi“. Arbitrio e alla mercé degli umori. Diritti C.
Dopo la Liberazione avvenuta il 5 maggio 1945, venne rimpatriato il 22 giugno e ritornò a casa il 27 giugno del 1945. Per oltre mezzo secolo ha testimoniato alle future generazioni l’orrore dei campi nazisti, ha accompagnato ogni anno gli studenti delle due provincie in visita ai campi nazisti durante il “Viaggio della Memoria” nei primi giorni di maggio per la Celebrazione Internazionale della Liberazione di Mauthausen, ricordando i compagni che dall’inferno dei lager non fecero più ritorno.
È stato Vice Presidente della Sezione di Savona e Imperia durante la Presidenza di Maria Bolla, lo scorso 2 Ottobre è stato nominato dal Congresso, su proposta del neo Presidente Simone Falco, Presidente Onorario e inserito nel Comitato d’onore dell’Aned Nazionale.
Il 27 Gennaio del 2017 gli venne conferita la Medaglia d’Onore dalla Presidenza della Repubblica,
Nel 2019 l’Amministrazione Comunale di Loano gli conferì la cittadinanza onoraria insieme alla Senatrice Liliana Segre.
A rendere il doveroso omaggio alla memoria del nostro concittadino, ANED Nazionale sarà rappresentata dalla Vicepresidente Tiziana Valpiana, della sezione di Verona.