Siamo nella primavera del 1945 quando arrivarono alla spicciolata a Pescantina i primi reduci. Iniziò così dalla disponibilità di alcune persone, la prima opera di accoglienza e aiuto.
Nell’estate del 1945 la situazione a Pescantina cambiò notevolmente. La guerra si stava concludendo e la porta del Brennero si trovò a fronteggiare un numero sempre maggiore di ex internati militari, lavorati coatti, sopravvissuti dei Lager nazisti, prigioni di guerra e quanti altri italiani che a diverso titolo si trovavano oltralpe. Era una continua partenza di tradotte con questo carico di reduci che notevolmente compromessi non solo nella salute, coltivavano il desiderio di ritornare in patria, fare ritorno a casa. Un primo Centro Assistenza Rimpatriati venne allestito a Bolzano che funzionò pochi mesi fino a quando venne istituito il Centro Assistenza Reduci a Pescantina.
I segni della guerra erano evidenti anche in questa area territoriale, interessata negli ultimi anni di guerra, dai numerosi bombardamenti che avevano come obiettivo la linea ferroviaria Verona/Brennero.
Molte cittadine furono fortemente danneggiate dalla guerra aerea ed anche molte stazioni, ponti e tratti ferroviari furono distrutti. Una delle pochissime stazioni che non subirono danni fu quella di Balconi di Pescantina, fermata forzata dei treni provenienti dal Brennero con il loro carico umano. Le giovani donne di Pescantina accorsero volontariamente per fornire i primi concreti aiuti ai molti “reduci” che giornalmente arrivavano.
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In alcuni edifici ad uso industriale situati nei pressi della stazione di Balconi furono allestiti i primi centri di accoglienza ed assistenza, che si resero ben presto insufficienti. In diverse zone prative tra la stazione e il centro abitato, vennero installate delle baracche e delle tende dove fornire i primi aiuti, assistenza e luoghi di ricovero prima che i rimpatriati proseguissero il viaggio verso casa. Alla solidarietà della popolazione locale e delle zone limitrofe si aggiunse il lavoro degli altri volontari della Croce Rossa Italiana, della Pontificia Opera di Assistenza e di altre associazioni e rappresentanti delle istituzioni.
Pescantina divenne ben presto a partire dall’estate del 1945, un preciso punto di riferimento italiano, un punto nodale, per i famigliari di quanti erano stati internati, deportati o fatti prigionieri.
Accanto ai famigliari numerose organizzazioni operarie e parrocchiali si recavano a Pescantina sia per portare aiuti che nella ricerca dei propri cari e concittadini per riportali alle proprie famiglie, alle proprie case.
Furono gli stessi reduci a chiamare le giovani volontarie del Centro Accoglienza Reduci (CAR), gli Angeli di Pescantina.
Il CAR di Pescantina concluse la sua attività nei primi mesi del 1947.
Da alcuni anni la comunità di Pescantina ricorda con specifiche commemorazioni sia quanti ritornati dai luoghi di prigionia, di internamento e di deportazione e trovarono qui una prima assistenza ed anche quanti prestarono assistenza, gli Angeli di Pescantina.
Nel marzo del 2007 viene conferita alla cittadina di Pescantina, la Medaglia d’oro al merito civile per i sentimenti di solidarietà e fratellanza umana. (Tratto da www.deportazia.it)