Cari soci e socie, cari amici e amiche,
In occasione del Giorno della memoria 2023, grazie a un finanziamento della Regione Veneto e di ANED Nazionale, l’ANED di Verona e l’Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, in collaborazione col Comitato provinciale ANPI-Verona e l’Educandato agli Angeli di Verona e col patrocinio del Comune di Verona e dell’USR Veneto-Ufficio VII d’ambito territoriale di Verona, propongono un ciclo di incontri sul tema delle deportazioni, con un focus particolare sul ritorno a casa dei sopravvissuti. Oltre al quadro più aggiornato sul complesso delle deportazioni dall’Italia verso Auschwitz, il ciclo intende fornire approfondimenti su tematiche specifiche e ancora poco conosciute, quali la questione dei rientri dei sopravvissuti, l’esperienza dei Lager per le donne e le vicende degli internati militari italiani.
Il ciclo di incontri si terrà presso l’Educandato Agli Angeli, via Cesare Battisti, 8, Verona, ad eccezione dell’incontro del 20 gennaio, che si svolgerà solo online su piattaforma zoom.
La frequenza varrà come corso di aggiornamento per i docenti che ne faranno richiesta.
Calendario degli appuntamenti:
Venerdì 13 gennaio 2023, ore 16.30-18.30, Sala Conferenze dell’Educandato agli Angeli di Verona
Laura Fontana, storica, Responsabile per l’Italia del Mémorial de la Shoah di Parigi e dell’ Attività di educazione alla Memoria del comune di Rimini
Gli Italiani ad Auschwitz (1943-1945). Deportazioni, “Soluzione finale”, lavoro forzato. Un mosaico di vittime
Venerdì 20 gennaio 2023, ore 16.30-18-30, solo online su piattaforma zoom
Elisa Guida, Università degli Studi della Tuscia, Consigliera nazionale ANED
“La libertà non è un dono di Dio”. Liberazione e rimpatrio degli italiani sopravvissuti alla Shoah
Giovedì 26 gennaio 2023, ore 16.30-18.30, Sala Conferenze dell’Educandato agli Angeli di Verona
Agostino Bistarelli, docente e ricercatore dell’Istituto romano per la storia d’Italia dal fascismo alla Resistenza (IRSIFAR)
Gli internati militari italiani, vittime e protagonisti
Giovedì 9 febbraio 2023, ore 16.30-18.30, Sala Conferenze dell’Educandato agli Angeli di Verona
Ambra Laurenzi, Presidente del Comitato internazionale di Ravensbrück, Consigliera nazionale ANED
Il campo di concentramento di Ravensbrück e la deportazione femminile
Per informazioni, scrivere a: : resistenzaverona@gmail.com o aned.verona@gmail.com
Gli insegnanti interessati a ricevere l’attestato di frequenza, sono pregati di iscriversi tramite
modulo google reperibile al link https://accorcia.to/2s73
ABSTRACT DELLE RELAZIONI
Laura Fontana, storica, Responsabile per l’Italia del Mémorial de la Shoah di Parigi e dell’ Attività di educazione alla Memoria del comune di Rimini
Gli Italiani ad Auschwitz (1943-1945). Deportazioni, “Soluzione finale”, lavoro forzato. Un mosaico di vittime
Per oltre un anno, tra l’autunno 1943 e gli ultimi mesi del 1944, migliaia di italiani furono deportati dall’Italia ad Auschwitz. Più di 7.800 erano ebrei catturati durante l’occupazione tedesca e sotto la RSI nell’ambito della Soluzione finale (la Shoah); per la maggioranza di loro fu un viaggio senza ritorno. Nel corso del 1944 anche circa 1.200 non ebrei furono internati nel complesso concentrazionario di Auschwitz, prevalentemente come prigionieri politici dal triangolo rosso. Le donne, almeno un migliaio (molte slovene e croate), furono arrestate soprattutto sul Litorale adriatico e partirono dalle stazioni di Trieste e Gorizia. Partigiane, sospettate di sostenere la Resistenza o vittime di rastrellamenti per il lavoro coatto nel Reich, costituirono un gruppo numeroso e abbastanza omogeneo. Gli uomini giunsero, invece, ad Auschwitz da altri campi di concentramento (Dachau, Mauthausen e Majdanek) con trasporti specifici di trasferimento o di evacuazione. I lunghi anni di studio che Laura Fontana ha dedicato a queste vicende sono ora confluiti in un libro – che dà il titolo anche alla sua relazione e che è uscito lo scorso anno per i tipi del Museo Statale di Auschwitz-Birkenau – dove i percorsi di deportazione, le esperienze di prigionia e le memorie si intrecciano con alcuni temi cruciali per comprendere la storia di Auschwitz: lo sterminio, il lavoro forzato, la condizione della maternità negata e dei medici internati, la solitudine e la coesione dei deportati.
Elisa Guida, Università degli Studi della Tuscia, Consigliera nazionale ANED
“La libertà non è un dono di Dio”. Liberazione e rimpatrio degli italiani sopravvissuti alla Shoah
La relazione prende spunto dal volume La strada di casa. Il ritorno in Italia dei sopravvissuti alla Shoah (Roma, Viella, 2017), costruito sull’intreccio tra fonti dall’alto e fonti dal basso. In particolare, la riflessione s’incentra sulla ricostruzione del viaggio verso casa affrontato dagli italiani sopravvissuti alla Shoah. Chi si occupò di loro, e che cosa significò tornare a casa dopo essere sopravvissuti all’esperienza più drammatica del Novecento? Si tenterà di rispondere a questi interrogativi e di far luce su alcuni squarci della storia del rimpatrio, in cui s’intrecciano drammi personali e collettivi. Viene così introdotto, sulla base di una rigorosa analisi delle fonti, uno sguardo innovativo sulla storia della Shoah e su quella dell’Italia, colta nella fase di transizione alla democrazia. Ne deriva una storia corale che parla di ricostruzione, di incontri e di abbandoni, e racconta un’umanità che dimostrò poco interesse per le sorti dei reduci dai Lager nazisti.
Agostino Bistarelli, docente e ricercatore dell’Istituto romano per la storia d’Italia dal fascismo alla Resistenza (IRSIFAR)
Gli internati militari italiani, vittime e protagonisti
La relazione intende presentare la vicenda delle centinaia di migliaia di soldati e ufficiali che a lungo non hanno avuto un racconto: quella categoria degli schiavi di Hitler denominati Internati militari italiani. È ancora necessario parlarne perché, se pure compresi nella legge istitutiva del Giorno della memoria, ancora la loro vicenda non è pienamente riconosciuta: basta pensare al processo di risarcimento intentato da alcuni ex IMI contro la Germania e che ha visto il nostro Stato schierarsi con quest’ultima contro le loro ragioni. Nei Lager il loro No alla RSI e ai nazisti è stata una Resistenza a tutto tondo e nell’internamento, nella maturazione imposta dalle dure condizioni determinata da quella scelta, possiamo anche trovare le basi di quella che sarà l’Italia democratica.
Ambra Laurenzi, Presidente del Comitato internazionale di Ravensbrück, Consigliera nazionale ANED
Il campo di concentramento di Ravensbrück e la deportazione femminile
Nel panorama dei campi di concentramento, il campo di Ravensbrück ha avuto nel corso degli anni minore visibilità, sia perché situato nella Germania dell’Est, fino alla caduta del muro di Berlino, sia perché un campo di sole donne e bambini. Approfondirne la storia consente non solo di aumentare la conoscenza del sistema concentrazionario nazista, ma anche e soprattutto di approfondire il tema della deportazione femminile. Per molto tempo la narrazione della deportazione femminile è stata uniformata a quella maschile nonostante si sia differenziata per evidenti ragioni fisiologiche e sociali. La relazione intende approfondirne la conoscenza, inserendo la donna al centro di questa tragica esperienza che ha lasciato in molte di loro traumi indelebili legati anche, per le sopravvissute, alle conseguenze di un difficile ritorno.
Confidando nella vostra parte cipazione, ci è gradita l’occasione per rinnovarvi i migliori auguri di Buone Feste.