Martedì 27 marzo, alle 11.30, nel carcere milanese di San Vittore, cerimonia in memoria della guardia penitenziaria Andrea Schivo, deportato per aver aiutato prigionieri ebrei e politici nel 1943-1944. Scoperto a causa di un ossicino di pollo arrosto rimasto sul pavimento di una cella dove era rinchiusa una famiglia ebrea da lui aiutata, fu deportato a Flossenbürg, dove a causa di “maltrattamenti, percosse e sevizie” trovò la morte sei mesi dopo, il 29 gennaio 1945. Per questo motivo, lo Stato di Israele ha riconosciuto Schivo meritevole di essere insignito dell’onorificenza di “Giusto fra le Nazioni”.
La medaglia in sua memoria è stata consegnata al pronipote Giacomo Schivo da Rami Hatan, consigliere alla politica e alle relazioni estere dell’ambasciata di Israele.
Alla cerimonia erano presenti una folta rappresentanza dell’ANED e dell’ANPI, rappresentanti della Comunità ebraica, del Cdec, dell’associazione Figli della Shoah e l’assessore comunale alla Cultira Vittorio Sgarbi. Un commosso ricordo dell’attività clandestina dell’agente è stato fatto da Giuliana Cardosi che proprio a Schivo si rivolgeva, ragazza, per portare lettere, indumenti e alimenti per la mamma Clara Pirani, che per un certo periodo fu detenuta nel carcere e che in seguito fu deportata e uccisa ad Auschwitz.
Domenico Cassiano, sindaco di Villanova d’Albenga (SV), paese natale di Andrea Schivo, ha annunciato che proporrà al prossimo Consiglio comunale di intitolare “all’eroico concittadino” le scuole elementari del paese. Sulla figura dell’agente carcerario il Comune di Villanova pubblicherà un libro che sarà distribuito a tutti gli alunni delle scuole.
I parenti più prossimi a Schivo sono oggi Guglielmo, 93 anni, unico nipote ancora in vita, Ambrogio, Ambra, Andreina, Claudio, Giorgia, Luca, Ilaria, Elisa e Giacomo (che curerà la redazione del libro in memoria del suo prozio).