1) I Testimoni
Stanno piano piano venendo meno col passar del tempo. Hanno costituito l’ossatura della Associazione ed il principale veicolo di comunicazione verso i giovani. Ci hanno lasciato oltre all’esempio della loro instancabile dedizione, un patrimonio unico di conoscenze che rappresenta una eredità che va utilizzata.
Come? Facile a dirsi, difficile a farsi, ma riterrei che l’azione soprattutto delle giovani leve debba tendere ad utilizzare al meglio, per portare avanti la propria attività, questo patrimonio di conoscenze che sia una continuazione visibile della testimonianza dei ns grandi vecchi. Cioè il rapporto tra il vecchio testimone dell’ANED ed il giovane testimone dovrà essere percepito sempre come forte e visibile.
Sono molto contrario a dar tessere ANED troppo facilmente. I numeri degli iscritti aumentano dando tessere a tutti i giovani che ad esempio hanno partecipato ad un particolare Viaggio della Memoria ma il rischio è che così diminuisce la qualità, in altri termini quella continuità fondata sul patrimonio di conoscenze rischia di indebolirsi.
La strada maestra è tracciata dall’ANED, gli obiettivi della Associazione dovranno essere sempre gli obiettivi di ciascun membro dell’Associazione, quello che avverto è che deve cambiare la modalità di relazionarsi con i giovani.

2) I giovani
Oggi i ragazzi sono chiaramente diversi da 30, 20 o 10 anni fa. Oggi hanno più stimoli, vanno molto più veloci soffermandosi meno, si applicano poco ed appaiono spesso distratti. Aumenta la distanza. Ma quando vengono sollecitati e riusciamo ad interessarli ci danno l’esempio, con la loro genuinità e voglia di conoscere, di una sensibilità e di una curiosità silente. Il difficile è stimolarla anche perché il contesto in cui vivono i giovani non li aiuta. Ma come stimolare la loro attenzione?

3) Il contesto
Anche qui difficilissimo parlarne ma si deve affrontare l’argomento. Oggi i ragazzi vivono tra situazioni particolari, guerre, epidemie, ambiente, crisi energetiche, difficoltà economiche. Purtroppo la mancanza di punti di riferimento in ogni contesto (scuola, famiglia, istituzioni) acuisce la loro crisi, favorisce il loro rinchiudersi, l’individualismo. I social sono un esempio di questo. Ecco perché sosterrei che l’azione dell’ANED debba essere essenzialmente rivolta a toccare temi che possano suscitare l’attenzione immediata dei giovani. Nella misura in cui si riesce a toccare temi e situazioni attuali che possano essere di loro interesse, diventa forse più fattibile entrare in una relazione con loro e fare accostamenti e parallelismi. Per questo vedo l’attività dell’ANED essenzialmente Politica, certamente apartitica, partendo dal presupposto che la Politica investe la ns vita, la nostra realtà ed il ns quotidiano.

4) L’attualizzazione
Come considerazione generale si nota che l’attenzione dei giovani durante un incontro tende a diminuire dopo un po’ di tempo e questo purtroppo è più vero se gli si parla di eventi di 80 anni fa che loro non conoscono minimamente perché né a scuola né a casa nessuno gli ha mai parlato di queste cose. E questo lo verifichiamo spesso purtroppo.
Un testimone diretto inchiodava le scolaresche soltanto con la propria storia ed il proprio carisma, oggi è diverso, un figlio o un nipote hanno la strada in salita.
Però non si può certo dire che i giovani siano insensibili a certi avvenimenti, sono solo tante volte troppo chiusi in un mondo in cui facciamo fatica ad entrare. Va trovata la chiave della relazione anche in termini di linguaggio. Penso che nei confronti dei giovani non bisogna porsi seguendo le ns logiche ed i ns schemi mentali ma andando sul loro terreno. Non ho ricette ma solo dubbi, però direi che è insieme un problema di linguaggio e di temi affrontati.
Penserei quindi che la parola attualizzazione vada esaminata bene nella prospettiva di un cambiamento nella relazione. Un esempio semplicissimo: una cosa è parlare delle violenze degli italiani in Abissinia, magari i giovani non percepiscono la gravità delle cose dette, una cosa è parlare delle violenze di oggi contro i neri o di antisemitismo, argomenti che li possono prendere e che aprono la porta a far capire loro come il problema venga da lontano ed a fargli fare gli opportuni parallelismi.

Provo sulla base di queste considerazioni elementari a delineare alcune proposte, alcune delle quali riguardano attività in corso che riterrei che vadano incrementate:

1) Rafforzamento delle attività di formazione degli Insegnanti. Oggi sono giovani anche i Docenti e spesso mancano delle conoscenze giuste per coinvolgere i propri ragazzi. Semplicemente tanti giovani insegnanti conoscono poco e male l’argomento. L’ANED si è sempre spesa molto in questa direzione ma la situazione attuale giustifica una enfasi particolare su questa attività.
2) Allestimento di percorsi di formazione virtuali per i giovani, che sia un viaggio in un Campo di Sterminio o un percorso sui luoghi della Resistenza. Diverse Sezioni mi risulta che abbiano portano avanti iniziative su queste basi. Attività da spingere di più.
3) Allargamento degli interventi su temi differenti. In pratica vedrei bene proseguire secondo l’indirizzo seguito dalla ns Sezione da qualche anno quando si iniziò a realizzare dei video on line che hanno trattato grandi tragedie dell’umanità del secolo scorso che, in comune con la ns storia di cui facciamo memoria, hanno visto la sistematica violazione dei diritti umani o la soppressione totale del diritto di esistere di interi popoli per motivi razzisti o di appartenenza.
4) Ampliamento dello studio e della divulgazione di storie individuali, storie dei genitori e dei nonni di chi fa parte dell’ANED. Un percorso simile mi pare sia stato già oggetto di un progetto ANED e rappresenta un elemento di conoscenza prezioso, non solo come data base per l’attività didattica ma anche come strumento di conoscenza tra i soci delle diverse Sezioni.
5) Rafforzare l’impegno per attualizzare i linguaggi. Trovare il modo di parlare usando modalità di comunicazione comprensibili per i giovani. Il Vecchio Testimone trasmetteva ai giovani il suo vissuto e soltanto la sua parola e la sua esperienza bastavano per massimizzare comunicazione e coinvolgimento. Oggi è diverso. Bisogna ricercare il modo di andare sul loro terreno, coinvolgendoli su argomenti di sicura presa e portarli sul ns terreno con raffronti o parallelismi.
6) Diffondere maggiormente la storia degli Ebrei Italiani nella Resistenza. La Resistenza è appannaggio di tutti gli Italiani che hanno combattuto per la libertà, e tanti sono stati i cittadini Italiani Ebrei che, nonostante le persecuzioni contro di loro, combatterono per la liberazione dell’Italia. Se ne sa troppo poco e và diffusa questa pagina. Così come penso che vada diffusa sempre di più tra i giovani la conoscenza della Resistenza in generale e della Deportazione Politica. A volte possono far confusione tra Deportazione Politica e Deportazione Razziale.
7) Intensificare i rapporti con l’ANPI su temi che non sono divisivi. Non chiudersi, l’ANED ha bisogno di visibilità e loro hanno numeri e mezzi che ANED non ha. Oggi più che mai per opporsi ai disvalori che pervadono la Società vanno intraprese azioni comuni.
8) Apertura verso le Organizzazioni Non Governative e di Volontariato che hanno alla base valori condivisi. Ricercare collaborazioni su singole tematiche o promuovere iniziative comuni, quando questo sia possibile.
9) Promuovere i rapporti con le altre Sezioni. Utile per conoscersi ed utile per confrontarsi su attività svolte o per mettere a punto collaborazioni o portare avanti iniziative in comune.
10) Creazione di un data base unico tra le Sezioni. Se ci fosse uno strumento che raggruppa sistematicamente tutte le attività delle Sezioni si potrebbe avere più facilmente visibilità sul lavoro delle altre realtà e quindi favorire così la conoscenza di chi fa che cosa ed il confronto con gli altri di cui parlavo.

Gianni Focacci