Johannes Breit, ricercatore austriaco, ha avviato una ricerca sul campo nazista di Reichenau, a Innsbruck. In particolare egli vorrebbe entrare in contatto con ex deportati.italiani in quel campo.
Il Lager era stato costruito nel 1941 come campo di raccolta e di lavoro per manodopera italiana. Fino all’estate del 1942 il campo è servito come centro di raccolta di lavoratori civili italiani che erano andati volontariamente in Germania, e che con l’intensificazione dei bombardamenti alleati sui centri industriali tedeschi intendevano ritornare in patria. Raccolti a Reichenau, molti di questi italiani furono nuovamente avviati al lavoro forzato nelle industrie del Reich.
In seguito il Lager passò sotto le dipendenze della Gestapo, che vi deportò persone raccolte in tutte Europa, per avviarle al lavoro forzato. Transitarono di qui certamente anche molti ebrei – uomini e donne – arrestati nel Nord Italia. Tra di essi anche i componenti – una quarantina, uomini, donne e bambini – di un gruppo di ebrei di varie nazionalità deportati da Merano il 16 settembre 1943: portati a Reichenau, vi rimasero per breve tempo prima di essere deportati ad Auschwitz, dove furono quasi tutti uccisi. Era il primo “trasporto” dall’Italia ai campi di sterminio. Tre persone di questo gruppo – due uomini e una donna – tutte molto anziane, morirono a Reichenau prima ancora di salire sui vagoni diretti ad Auschwitz.

Chi avesse notizie riguardanti ex deportati.italiani in questo campo è pregato di prendere contatto direttamente con Johannes Breit – breit@nextra.at – scrivendo possibilmente in tedesco, francese o inglese.