Il ministro della giustizia della Repubblica Federale Tedesca Engelhard, liberale, ha presentato nelle scorse settimane un progetto di legge che punisce la propaganda e l’apologia del nazismo in Germania. L’iniziativa nasce soprattutto come reazione alla campagna orchestrata da veri gruppi filonazisti tedeschi sulla cosiddetta “menzogna di Auschwitz”. I raggruppamenti della destra nazista, che dispongono di fondi, giornali e sedi, hanno infatti dato vita negli scorsi mesi a una vera e propria offensiva ideologica tesa a sostenere – contro la storia, migliaia di testimonianze e una documentazione tragicamente inconfutabile – che i Lager hitleriani non sono mai esistiti. Una associazione di reduci delle organizzazioni militari naziste é giunta persino ad offrire un premio in denaro di diecimila marchi (più di sei milioni di lire) a chi riesca a dimostrare che lo sterminio di massa hitleriano é una “Menzogna”. In Germania, accanto al partito neonazista “ufficiale” N.P.D., che si presenta alle elezioni raccogliendo circa 100.000 voti, esiste un diffuso sottobosco di organizzazioni semi-clandestine camuffate da associazioni per il tempo libero, club di commilitoni, gruppi di reduci. Una recente indagine del ministero degli Interni della RFT ne ha censiti 22, con un totale di 800 aderenti. Alla fine di marzo si sono dati convegno in una cittadina dell’Assia i componenti della famigerata divisione SS “Totenkopf” (testa di morto), che per sfuggire al controllo della polizia si sono presentati come un qualunque “gruppo turistico”, ma sfoggiando divise naziste e bracciali con le svastiche. Il raduno ha provocato numerose proteste da parte di associazioni antifasciste. Diverse le reazioni in Germania alla presentazione del progetto di legge Engelhard contro l’apologia del nazismo: i socialdemocratici (del cui governo Engelhard aveva fatto parte) l’hanno appoggiata, mentre i democristiani bavaresi l’hanno aspramente criticata col pretesto che una legge anti-apologia avrebbe dovuto essere estesa anche alla propaganda del “totalitarismo rosso”.
A Lubjana popoli uniti per la pace
Una significativa manifestazione per la pace si é svolta l’11 marzo a Lubjana, con la partecipazione di delegazioni venute dall’Italia, dall’Austria e dalla Jugoslavia. Particolarmente significativa, perché Lubjana si trova al centro di regioni di confine che hanno conosciuto direttamente gli orrori di due guerre mondiali, dalle quali sono scaturiti difficili problemi di convivenza tra popoli diversi, con diversi regimi politico economico – sociali: per questo é molto importante che da queste terre di confine si sia levata una forte voce in difesa della pace, la distensione, il disarmo, la convivenza pacifica. É il terzo incontro di questi ultimi anni che si svolge in questo spirito, dopo quelli di Redipuglia e di Gorizia. La manifestazione é stata indetta dai sindacati del Friuli Venezia Giulia, della Slovenia e della Carinzia. Il più grande padiglione della Fiera di Lubjana é stato insufficiente ad accogliere italiani, provenienti anche dall’Emilia Romagna oltre che dalla Venezia Giulia, sloveni, croati e austriaci giunti in più di 2.500. Vi hanno preso la parola Luciano Lama, in nome della Federazione CGIL-CISL-UIL e della Confederazione europea dei sindacati, Marjan Orozen, presidente dei Sindacati della Slovenia, Erwin Frühbauer, presidente dei Sindacati della Carinzia. Occorre, ha detto Lama, distruggere una quota significativa di SS20 sovietici e non installare i Pershing e i Cruise. Non si deve lasciare solo alle superpotenze il destino dell’umanità. Alla manifestazione erano presenti delegazioni dell’Aned, dell’Anppia e dell’Anpi del Friuli Venezia Giulia, che avevano aderito all’incontro.
Mostra sui bambini di Terezìn in Val d’Aosta
L’Istituto storico della Resistenza in Valle d’Aosta ha voluto chiudere il suo anno di attività ospitando la mostra itinerante dei disegni dei bambini di Terezìn, esposta in periodi successivi a Verrés, Aosta e Morex. In concomitanza ad essa ha organizzato, il 20 dicembre, una conferenza-dibattito sul tema “La deportazione dalla testimonianza alla ricostruzione storica”. Nella serata, a cui ha partecipato un folto pubblico in gran parte giovani, sono intervenuti studiosi ed ex-deportati, insieme al presidente dell’Istituto Emile Chanoux e al direttore Paolo Momigliano. Federico Cereja, dell’Università di Torino, ha tracciato un profilo storico della deportazione dal 1933 al 1945 ed evidenziato i nodi ancora da sciogliere per una ricostruzione più completa e puntuale del fenomeno; Lidia Rolfi, deportata (e scrittrice), ha parlato della deportazione delle donne e dei bambini, la meno conosciuta e la più tragica; Ida Desandré, deportata valdostana, ha raccontato gli episodi salienti della sua vicenda a Ravensbrück; Ferruccio Maruffi, deportato di Mauthausen, ha sottolineato i momenti di aiuto reciproco e di solidarietà che, nonostante tutto, erano sempre presenti nei campi. Infine é intervenuto Hans Deichmann che ha reso una testimonianza sui sabotaggi che anche alcuni tedeschi antinazisti, in collegamento con la Resistenza, cercavano di attuare per evitare la deportazione dall’Italia.
“Memoria della deportazione” a Padova
Dal 1″ al 31 marzo la mostra “Memoria della deportazione”, allestita per iniziativa dell’Aned in collaborazione con l’assessorato alla Pubblica Istruzione della Provincia di Padova, e con il patrocinio della Regione Veneto, é stata esposta nel Salone della Gran Guardia, al Palazzo della Regione di Padova. L’iniziativa, che ha riscosso un grande successo di pubblico ed é stata visitata nell’arco del mese da migliaia di giovani, studenti e cittadini, era stata inaugurata il 1″ marzo da una cerimonia con la partecipazione del presidente dell’Aned Maris, del segretario dell’Associazione Abele Saba e delle autorità cittadine di Padova.
Celebrazioni per l’8 marzo in Toscana
L’8 marzo in Toscana é stato ricordato con diverse manifestazioni, tra le quali spicca quella di Prato, con la partecipazione del presidente dell’Aned Gianfranco Maris, del segretario nazionale Abele Saba e del segretario generale della CGII- Luciano Lama. Nel corso della manifestazione ha preso la parola anche un medico austriaco membro della resistenza antinazista. Si sono poi svolti cortei e manifestazioni a Empoli, Limiti sull’Arno, e Capraia, Comuni che furono vittime della deportazione, con la partecipazione delle autorità civili, militari e religiose.
(I.G.)
Pavia: Concorso per 40 viaggi studio nei Lager
“Resistenza ancora … “. Sotto questo nome, dal 1979, l’Amministrazione Provinciale di Pavia propone alla scuola, agli studenti delle superiori, una iniziativa che accosta le vicende, i valori, i significati della Resistenza alla spaventosa tragedia della deportazione nei campi di sterminio nazisti. Si tratta di un concorso che attraverso una prova scritta e lavori di ricerca, personali e di gruppo, seleziona una quarantina di studenti che – come premio compiranno un viaggio-studio nei luoghi che ancora oggi rappresentano una testimonianza dell’ Europa del nazismo e dello sterminio di massa. Nelle precedenti edizioni oltre 250 studenti hanno compiuto il viaggio le cui tappe sono state, di volta in volta, Dachau, Mauthausen, Buchenwald, Auschwitz, Birchenau, Majdanek, Terezìn, Dora, Sachsenhausen, Lidice. Impatti spesso sconvolgenti per giovani desiderosi di sapere, di capire, di “toccare con mano” la realtà tremenda che ancora oggi i campi di sterminio nazisti esprimono. Il viaggio-studio, il pellegrinaggio nei campi di sterminio nazisti é indubbiamente una straordinaria lezione di storia contemporanea, ma é anche una straordinaria occasione di riflessione sul presente. I ragazzi che si sono commossi davanti alle lapidi del monumento italiano di Mauthausen, che sono stati stretti dall’angoscia di fronte al muro della morte di Auschwitz, con il loro atteggiamento, non solo hanno reso un commosso omaggio agli oltre undici milioni di uomini, donne e bambini vittime del nazifascismo, ma hanno di fatto sancito un impegno per il presente e per il futuro. Il ricordo delle vittime dell’olocausto si collega quindi all’attualità, al vivere quotidiano in questa nostra società, dentro e fuori la scuola, all’esigenza primaria di una obiettiva informazione e dalla rigorosa conoscenza della storia più recente.
Ferruccio Belli
Sei borse di studio in memoria di Emma e Giacinto Guareschi
Per iniziativa della sezione Aned di Torino, col patrocinio della presidenza nazionale dell’associazione, sono state assegnate le borse di studio in memoria di Gemma e Giacinto Guareschi. La cerimonia ufficiale si é svolta nelle Scuole Medie “Martiri della Benedicta”, di Serravalle, alla presenza del Sindaco, del Preside e delle associazioni della Resistenza. Questo il titolo del tema che gli alunni delle scuole medie erano stati invitati a svolgere: “Gemma e Giacinto Guareschi, due coniugi che avendo vissuto il dramma della deportazione del figlio hanno dedicato tutte le loro risorse morali ed intellettuali alla celebrazione della resistenza nei valori che esalta”. La commissione per l’assegnazione delle borse di studio ha scelto i lavori di Cristina Montemanni, classe 1″ C, Manuela Merlano, classe 3″ A, Roberta Casanova, classe 1″ D, Marina Ravera, classe 2″ B, Massimiliano Calcagno, classe 2″ D e Marco Merrassino, classe 3″ C. Dei temi prescelti riportiamo alcune brevi significative frasi: Scrive Cristina Montemanni, classe 1″ C ricordando la dolorosa drammatica attesa dei genitori di Marco, ” … continuarono a lungo a sperare finché un giorno arrivò un uomo che era stato suo compagno di prigionia e fu così per loro, la vera resa, poi il ricordo di Marco diede loro la forza di non chiudersi in se stessi ma di aiutare il prossimo e continuare a combattere per gli stessi ideali per i quali si era battuto il loro figlio”. Manuela Merlano, classe 3″ A ” … Marco confidò a sua madre, parlando dei suoi compagni partigiani, Grosso e Arecco, noi tre stiamo bene insieme, mammina, non vivrò mai più un momento così nella mia vita”. Roberta Casanova, classe 1″ D ” … a questi significativi esempi non si può rimanere indifferenti, come mai nei nostri giorni si vive sul metro di falsi valori, come la ricchezza, la potenza, l’odio e il disprezzo?”. Marina Ravera, classe 2″ B ” … vissero con grande dignità e senza odio il loro dramma. Il ricordo del figlio ucciso non li abbandonò mai, ma al contrario li spinse ad essere vicini ai giovani ai quali insegnarono i principi della pace e della tolleranza”. Massimiliano Calcagno, classe 2″ D ” … la guerra é una delle ferite più profonde e insanguinate della storia dell’uomo e della civiltà. Per vincere questa piaga bisogna seguire un ideale di uguaglianza e di libertà”. Marco Meriassino, classe 3″ C “… noi vorremmo ricordare la Resistenza come una pagina di storia, scritta da milioni di Europei in difesa dei diritti degli uomini. Lotta quotidiana, continua in ogni luogo e in ogni tempo e non un capitolo chiuso”.