Una grande mostra all’Archiginnasio di Bologna

In mostra a Bologna, dal 27 ottobre al 10 dicembre i documenti dell’Italia razzista. Un appuntamento importante per riscoprire il volto impresentabile del fascismo, quello che neppure Gianfranco Fini si sente di difendere, adesso che indossa i panni dell’uomo di governo.
Dalle “imprese” nelle colonie africane alle leggi razziali, fino alla consegna degli ebrei alle camere a gas dei tedeschi, la mostra ripercorre la crescita di un movimento razzista che oggi si vorrebbe misconoscere, e che invece era parte integrante, pilastro della visione del mondo dei regime.
Nella rassegna (ospitata all’Archiginnasio di Bologna, e si spera in futuro anche in altre città) accanto ai numeri dei periodici razzisti (ai quali, come è noto, collaborava Giorgio Almirante, oggi così improvvidamente “rivalutato”) i fumetti, i romanzi popolari che fecero da alimento del razzismo e dell’antisemitismo tra i giovani e i ceti popolari. Si va dalle “negrette” della propaganda coloniale fino alla campagna antiebraica per finire con la demonizzazione dei “negri” che combattevano negli eserciti alleati.
Agghiaccianti sono i documenti della feroce repressione nelle “terre italiane d’Africa”. E illuminante è il biglietto che conferma che Mussolini progettava “campi di concentramento anche per gli ebrei, in caso di guerra” già nel maggio del ’40. E che dire delle foto che ritraggono il prof. Guido Landra, teorico del razzismo nostrano, in visita nel dicembre del 1938 al Lager nazista di Sachsenhausen, per verificare di persona le possibilità di eliminazione fisica degli ebrei e degli avversari politici’?
Landra apprese a meraviglia la lezione dei camerati tedeschi, tanto che nel ’42, sulla
“Difesa della Razza” scrisse che era auspicabile l’utilizzo di “misure energiche” per “Fare diminuire la massa grigia degli elementi tarati e asociali”.
Ampio spazio documentario, infine è riservato ai campi di casa nostra: da Borgo San Dalmazzo a Fossoli, dalla Risiera a Bolzano.
Ampio spazio documentario, infine è riservato ai campi di casa nostra: da Borgo San Dalmazzo a Fossoli, dalla Risiera a Bolzano.