Bruno Vasari

Prima di tutto bisogna opporsi alla corrente non esplicita, ma che serpeggia nel sottosuolo e mi sembra di avvertire, che il 25 aprile 1995 chiuse le manifestazioni del 50° anniversario della Liberazione, la Resistenza può andare in soffitta. Come rimarrà nei nostri. cuori finché avremo fiato, così rimarrà indelebile nella storia. Il nostro compito è quindi di opporsi ad ogni revisionismo storico, con gli argomenti che la storiografia, le testimonianze mettono a nostra disposizione e la collaborazione di storici a noi vicini. Vorrei a questo proposito ricordare ai compagni che al tema dei revisionismo avevo accennato sin da Udine.

La situazione politica del nostro Paese desta in noi non piccole e non poche preoccupazioni. Abbiamo attraversato altri tempi calamitosi. Oggi come allora dobbiamo essere fedeli ai nostri giuramenti di Buchenwald e di Mauthausen: continuare la nostra lotta per la pace, la libertà, l’uguaglianza e la giustizia. In questa lotta si inquadra quella per i principi della nostra Costituzione suscettibile di ritocchi tecnici, ma intangibile nei principi.

Come tramandare la nostra memoria verso il futuro? La mia,opinione è che bisogna diffondere i nostri libri e se possibile produrne degli altri. I libri di memoria – delle vostre memorie individuabili (chi non le ha ancora scritte si affretti a farlo) – sono sempre validi. I libri che vogliono aspirare ad una dignità di saggio se non l’hanno in qualche modo attinta sono caduchi. I nostri libri validi potranno subire delle quarantene negli scaffali, ma un giorno verrà qualcuno a riscattarli dalla polvere e a leggerli. Aiutateci a produrre dei libri.

Il nazionale ha scritto alle Sezioni raccomandando di raccogliere in volume i dati locali sulla deportazione e ha promesso il suo aiuto: vi esorto a darvi da fare. Sono temi che ritengo doveroso portare all’attenzione dei Compagni.

Bruno Vasari