Kottern-Weidach

Il 21 maggio scorso a Kottern-Weidach è stato inaugurato uno splendido monumento dedicato alle vittime ed ai deportati di quel Lager, dipendente da Dachau.
Per iniziativa di Oskar Krug, professore di storia e letteratura tedesca al liceo di Kempten, s’è costituito un comitato promotore per onorare i deportati caduti di quel Lager nazista.
A questo comitato hanno aderito il sindaco, il parroco, studenti e gran parte della cittadinanza, coadiuvati alla Signora Marianne Krug (insegnante di psicologia) attiva in tutte le iniziative sociali della zona
Questo comitato ha deciso da tempo di erigere un monumento dedicato ai martiri dei campi di sterminio e di deportazione nazisti. Cosi hanno bandito un concorso per la realizzazione del progetto e lanciato una sottoscrizione pubblica.
Per l’inaugurazione ufficiale hanno deciso d’invitare alcuni ex deportati.italiani di quel lager. I nostri nomi li hanno avuti dalla segreteria del museo di Dachau. In definitiva, però, ci sono andato solo io che, con mia moglie, ho raggiunto la cittadina di Sulzberg, ospite della famiglia del professore.
Laccoglienza è stata a dir poco splendida. Già nel pomeriggio del sabato ci hanno condotti in visita alla zona dov’era il Lager di Weidach e nella località, lontana alcuni chilometri, dove sorgeva lo stabilimento della Messerschmidt, allora semidistrutto ed ora ricostruito.
In questo stabilimento eravamo costretti a turni di dieci ore sia di giorno che di notte a turni alterni.

Il raduno
E’ incominciato in chiesa con la celebrazione di una Messa “ecumenica” officiata da due sacerdoti cattolici e da due
pastori protestanti che si sono alternati al pulpito per denunciare gli orrori nazisti e per auspicare un ritorno alla concordia, alla fratellanza ed al rispetto della gente, cosicché tutti i diversi per fede, nazionalità o colore della pelle possano sentirsi uguali e cittadini del mondo.
Al termine ci siamo tutti recati all’inaugurazione del monumento. Con le autorità c’era presente forse tutta la cittadinanza.

Solidarietà umana
Eretto al centro di questa deliziosa cittadina, accanto alla chiesa madre, è stato progettato dallo scultore Franz Demler e realizzato con la collaborazione di Nico Stassner e Philipp Leube, della scuola d’arte di Kempten. Quest’opera scultorea rappresenta e descrive un profondo sentimento di solidarietà universale: tutte quelle mani che si uniscono, si stringono e si proteggono, anche rinchiuse in una gabbia, invocano “libertà” e “diritto alla vita”. Sulla stele del monumento c’è scritto in caratteri bronzei: “Dedicato ai prigionieri del Lager di Weidach” e, più sotto: “ricordare – memorizzare – farne ammonimento”. Sul basamento, ai quattro lati spiccano le parole: “catturato – sottomesso – tormentato – ucciso”

La cerimonia
Come da programma, s’è svolta così: musica corale; saluto del sindaco e del parroco; discorso del prof. Oskar
Krug, promotore dell’iniziativa; Coro di Algau; discorso del sottoscritto in rappresentanza di tutti gli ex deportati; coro degli studenti del liceo che, in italiano, hanno intonato “Bella ciao” ; lettura dei nomi dei detenuti morti od uccisi in quel Lager (seguito da un minuto di silenzio) mentre rintoccavano le campane della chiesa, preghiera di benedizione e chiusura con musica corale.
Alla cerimonia era presente tanta, tanta gente. Dopo il rito della benedizione del monumento siamo stati ospiti di un pranzo offerto in canonica dal Parroco. lo e mia moglie siamo stati invitati ai posti d’onore. A nome dell’Aned ho offerto medaglie del cinquantenario della liberazione” al sindaco, al prof. Krug ed al parroco che hanno molto apprezzato questo significativo omaggio.

Gen. Luigi Mazzullo