Discorso di Ignatz Bubis, presidente degli ebrei tedeschi, a Dachau

 

Pubblichiamo il testo dell’intervento di Ignatz Bubis, presidente del Consiglio centrale degli ebrei di Germania, alla grande manifestazione commemorativa del 30 aprile

 

Il Consiglio centrale degli ebrei in Germania partecipa al vostro dolore per le vittime di tutti i gruppi nazionali e sociali, per tutte le persone rinchiuse ed assassinate in questo Posto.
Il campo di concentramento di Dachau, costruito il 22 marzo 1933 su decisione dell’allora capo della polizia di Monaco, Heinrich Himmler, come primo campo per detenuti politici, col passare degli anni si trasformò in campo di concentramento per Ebrei. Durante gli anni della sua esistenza furono rinchiusi oltre 200.000 prigionieri (ma la cifra si riferisce solo a quelli registrati).
I primi omicidi furono compiuti già il 12 aprile 1933, quando vennero uccisi Benario, Goldrnann e Kalin. Il 30 maggio 1933 le SS rilevarono dalla polizia le funzioni di sorveglianza e di guardia del campo.
I primi ebrei furono deportati a Dachau come oppositori politici al regime, ma in seguito l’unica colpa dei prigionieri era quella di essere ebrei, o di avere origini ebraiche. Il 9 e il 10 novembre 1938 nel campo di Dachau furono deportati 10.911 ebrei. Gli arresti in massa venivano compiuti soprattutto a scopo di intimidazione, dato che all’epoca i nazisti avevano l’interesse di far emigrare il maggior numero possibile di ebrei dalla Germania.
Nel 1941 a Dachau fu costruito un centro per esperimenti medici, dove sui prigionieri veniva provato l’effetto delle prime sostanze biochimiche. Ne seguì una serie di esperimenti medici con conseguenze dannose per il corpo umano.
Dopo l’invasione dell’Unione Sovietica a Dachau vennero internati numerosi prigionieri di guerra russi. Diverse migliaia di loro furono fucilati ancora nel 1941.
Dal 1942 cominciarono a costringere i prigionieri a lavorare nelle aziende dell’industria bellica.
Così sorsero i 169 Lager e strutture esterne, dove una parte dei prigionieri lavorava in impianti produttivi sotterranei, costruiti da loro stessi.
Nel 1942, mettendo all’atto pratico il programma dell’eutanasia, da qui partirono i primi gruppi di minorati e di handicappati per il castello di Hartheim, Linz.
Con la ritirata ad Est, a Dachau incominciò ad affluire un numero sempre crescente di prigionieri provenienti da altri campi evacuati. Secondo i dati contenuti nei documenti del Servizio internazionale per il ritrovamento degli uccisi e dei dispersi durante la guerra, a Dachau trovarono la morte quasi 32.000 prigionieri. Migliaia di internati furono giustiziati, senza che di loro fosse rimasta traccia nei registri.
6.000 prigionieri di guerra russi furono fucilati al poligono di tiro delle SS.
7.500 persone di tutte le nazioni europee trovarono la morte a Dachau poco prima della liberazione del campo di concentramento e vennero seppellite sul colle di Leitenberg.
Nel maggio del 1945, ormai dopo la liberazione, in seguito alla denutrizione e all’epidemia di tifo morirono altri 2.000 ex internati.
Anche se per tutti era chiaro che la guerra stava per finire, altri circa 20.000 prigionieri furono forzatamente condotti verso il Tirolo nelle cosiddette marce della morte.
Qua rimase ancora un numero sufficiente di SS per scortare i prigionieri, mentre sul fronte già come ultima riserva venivano mandati a combattere dei bambini. Il 29 aprile 1945 i reparti militari americani liberavano i 32.000 prigionieri di 27 nazioni rimasti nel campo, tra i quali c’era anche mia moglie, trasferita da Bergen-Belsen, passando da Burgau e Kaufering, quindi di nuovo attraverso l’intera Germania per finire a Dachau.
Altri 30.000 prigionieri furono liberati dai campi-satelliti di Dachau.
Il campo di concentramento di Dachau rimane un esempio della brutalità e della disumanità del regime nazionalsocialista, dimostrate dal primo giorno del suo avvento al potere fino al miserabile tracollo.
Le sue vittime, tra cui anche i dissidenti politici tedeschi, appartengono a diversi popoli e nazionalità. I più colpiti furono gli ebrei d’Europa: 6 milioni di uccisi, la cui unica colpa consisteva nel fatto di confessare la religione ebraica o di avere origini ebraiche. Per molti degli ebrei scomparsi non si sa esattamente dove trovarono la morte.
Oggi ricordiamo e rendiamo omaggio a tutte le vittime di Dachau e dei regime di terrore nazionalsocialista.
Siamo grati agli Americani ed alle altre truppe alleate che sacrificarono la loro vita per liberare la Germania e l’Europa dal nazionalsocialismo, un nazionalsocialismo che inculcava l’odio verso gli altri, fondato sulla crudeltà e la barbarie.
A quella liberazione dobbiamo il fatto che fu edificata un’altra Germania, libera e democratica, per la quale molti uomini diedero la propria vita e che trovò il suo posto nella comunità dei popoli liberi.