La Spezia

La testimonianza delle allieve della IV C dell’Istituto Einaudi dopo un viaggio attraverso i campi nazisti di Ebensee, Mauthausen, Gusen e Melk 
La proposta di questo viaggio ci venne fatta all’incirca due mesi fa e noi entusiasmate dalla prospettiva di vedere luoghi a noi sconosciuti, ci siamo subito documentate e attrezzate per poter svolgere il tema che ci avrebbe permesso di intraprendere il viaggio. Il titolo del tema era: “Mauthausen cinquant’anni dopo: il senso di un pellegrinaggio”, tutte noi abbiamo scritto i nostri pensieri, le nostre opinioni, le nostre paure ma adesso dopo aver sperimentato in prima persona la sconvolgente esperienza del “ritorno”, ci rendiamo conto che quel tema non era realizzabile prima della nostra partenza; solo ora abbiamo capito il vero senso e la profonda importanza di quel viaggio e per questo motivo abbiamo deciso di scrivere i nostri pensieri in questo articolo. Siamo partite contente e ansiose di scoprire quel qualcosa che spesso ci era apparso come lontano e irraggiungibile ma nello stesso tempo eravamo titubanti ed incerte perché la realtà dei campi di sterminio era molto lontana da noi e probabimente ciò che ci aspettavamo erano disagio e poco interesse. Siamo state invece piacevolmente sorprese dalla nostra stessa reazione, ci siamo scoperte piene di rabbia di fronte ad uno scenario così sconvolgente, ci sentivamo impotenti davanti alle lacrime di commozione degli ex deportati che ci facevano visitare gli ex campi di concentramento e che con un’enorme forza d’animo e un coraggio che ci hanno stupefatte, ricordavano in prima persona i luoghi dove avevano patito e sofferto dolori e violenze sia fisiche che morali. Abbiamo visto Mauthausen e abbiamo passato uno dei pomeriggi più desolati e tristi della nostra vita, ma c’è stato qualcosa la domenica mattina che ci ha confortato e che in un certo senso ci ha riempite di orgoglio, abbiamo infatti assistito ad una commemorazione alla quale hanno preso parte le rappresentanze di tutti quei paesi direttamente o indirettamente colpiti dalla vicenda dei campi di concentramento. Un particolare ringraziamento e un affettuoso ricordo va ai membri dell’associazione che ci hanno guidato durante il pellegrinaggio dandoci la possibilità di sensibilizzare le nostre coscienze rendendoci più vicine ad una realtà che credevamo non ci appartenesse. Ora capiamo l’importanza di queste associazioni e ci impegneremo formalmente a fare in modo che anche le persone che ci circondano non restino insensibili a ciò che è accaduto e che purtroppo ancora accade in alcune parti del mondo; è giusto che la gente venga a conoscenza di questi fatti e crediamo di dover essere proprio noi giovani i promotori di questa iniziativa di informazione.

Le allieve della IV C dell’Istituto Einaudi di La Spezia

 
 
A scuola! A scuola!
Caro direttore, sono molto d’accordo sul fatto che si debba fare un giornale per i giovani e con i giovani, in modo che si esprimano, partecipino con tutti i loro pensieri e le loro conoscenze, per sopperire a tutto quello che non viene scritto sui testi scolastici. L’impegno deve essere maggiore, deve investire tutte le organizzazioni che si richiamano alla democrazia, alla libertà, ai partiti politici, al sindacato, a tutte le menti libere d’Italia: dobbiamo conquistarci la nostra storia. Bene, io penso che dobbiamo richiedere che nei libri scolastici venga meglio trattata la seconda guerra mondiale, e per quanto ci riguarda, l’oppressione nazista, fascista, razzista e la guerra di Liberazione e i martiri di questa immane strage.

Ti ringrazio e ti saluto Carlo Boari (Bologna)