Il nostro impegno , per fare di Buchenwald un punto di dialogo per i giovani europei
SINDACO DI WEIMAR – Egregio signor ministro, egregio signor presidente, delegazioni dei Comitati internazionali, signore e signori, io vi parlo come rappresentante della città di Weimar. Forse la città di Weimar è conosciuta da voi, si trova nella zona della ex RDT, l’attuale Land federale della Turingia. Weimar si collega nella mente dei più con il concetto di Repubblica di Weimar, che fu la prima democrazia tedesca dal 1919 al ’33. Infatti nel ’19 nel Teatro Nazionale fu costituita la Repubblica. Tuttavia Weimar è conosciuta anche come la città dei principi della poesia tedesca, Goethe e Schiller vi hanno vissuto per molti decenni e hanno creato opere di grandissimo valore. Ogni anno arrivano a Weimar molte centinaia di migliaia di visitatori, innanzitutto per visitare i monumenti dedicati a Goethe e a Schiller. Nel 1999 Weimar sarà la capitale europea della cultura. Vi chiederete sicuramente che c’entra il rappresentante della capitale europea della cultura del ’99 con il vostro congresso. A cinque chilometri di distanza da Weimar, a cinque chilometri dai momenti di gloria della cultura tedesca, si trova il monumento commemorativo del campo di concentramento di Buchenwald. Buchenwald diventò il simbolo degli orrori e dei crimini bestiali della Germania hitleriana. Qui furono torturati a morte 56.000 prigionieri di 35 nazioni. Oggi è monumento nazionale, quale ammonizione a memoria dei crimini compiuti nel campo di concentramento.
Come potete vedere Welmar è un esempio adeguato per mostrare di che cosa siano capaci gli esseri umani. Sono capaci di grandi conquiste sociali e culturali per il bene dell’umanità intera, ma sono capaci anche di eccessi bestiali ed aberranti. Questa vicinanza diretta di gloria e di orrore, di luce e di ombra, fa della città di Weimar un luogo destinato in modo particolare a mostrare le contraddizioni dell’agire umano. La politica della mernoria se vuole portare dei frutti deve avere come scopo il far conoscere ad un numero possibilmente alto di persone il fenomeno e gli orrori del nazionalsocialismo. Questo è un compito che investe la totalità della società tedesca, pertanto tutti i tedeschi. Un compito che ci proviene dalla nostra responsabilità per gli orrori compiuti negli anni dal ’33 al ’45 per mano dei nazisti. Per adempiere a tale compito la politica deve dare un contributo significativo. Per la comprensione delle persone, in particolare delle giovani generazioni, nei confronti delle quali dobbiamo essere maestri e modelli, è irrinunciabile rappresentare sinteticamente i gravi crimini del nazismo, ed analizzare in profondìtà gli avvenimenti e le cause che li hanno provocati. Che ciò sia necessario urgentemente è reso evidente dal fatto che già oggi, a neanche cinquant’anni dalla fine del dominio del terrore nazista, si deve constatare con stupore che anche personalità di spicco hanno conoscenze solo molto lacunose su modo, dimensioni e cause degli orrori nazisti. Oppure hanno addirittura rìmosso tale periodo del tutto dalla loro memoria. Quanta ignoranza vi deve essere dunque nel resto della popolazione; se continua così le generazioni che verranno saranno edotte degli avvenimenti storici riguardanti il nazismo solo durante le lezioni scolastiche di storia e in maniera generica e frettolosa, nel senso di un semplice nozionismo. Non può però essere solo il compito di storici ed insegnanti dì storia quello di portare a conoscenza delle persone il fenomeno e i crimini del nazismo. In questo caso forse già tra pochi decenni gli anni tra il ’33 e il ’45 saranno trasmessi come per esempio l’eruzione del Vesuvio nell’anno ’79, o come la vita dei Medici. Questo non deve succedere, sarebbe una politica dell’oblio e della rimozione, e non una politica della memoria. Inoltre oggì dobbiamo constatare sempre più spesso che le manifestazioni commemorative sulle vittime del nazionalsocialismo si limitano nei partecipanti ad essere dei semplici esercizi protocollari; sempre più raro si fa un autentico sentimento di responsabilità e di consapevolezza autentica. Questo risulta in primo luogo dal fatto che sono sempre meno coloro che hanno vissuto in prima persona l’epoca del nazismo, e sempre più le persone che conoscono i fatti di quest’epoca solo dai libri di storia oppure solo per sentito dire. Noi tutti abbiamo il dovere di suscitare nei giovani la consapevolezza e il senso di responsabilità per impedire che questo processo vada avanti. Per fare ciò dobbiamo porre dinanzì agli occhi delle generazioni future i crimini dei nazìsti in tutta la loro aberrazione e con tutta la loro carica di incredibilità e informarle suì retroscena socio-politici che resero possibile tanto orrore. Questo non può essere fatto solo sui banchi di scuola. t altrettanto importante che si mostrino alle persone i luoghi dell’orrore, le tombe delle vittime e le armi degli aguzzini. Dobbiamo perciò fare tutto il possibile per mantenere durevolmente i luoghi della memoria delle vittime del nazionalsocialismo. Bisogna possibilmente saper mantenere e migliorare le condizioni di questi luoghi e sviluppare e realizzare progetti per portare ancora più persone di quanto non sia stato fatto finora ai luoghi dell’assassinio e del martirio, affinché sappiano ciò che là è accaduto. Solo cosi si risveglia in loro la consapevolezza diretta e la sensibilità nei confronti di quelle ideologie che hanno alla base il disprezzo per l’uomo e nei confronti degli incendiarì in politica, svegliando in essi la disponìbilità ad impegnarsi attivamente contro tali tendenze. Il Land della Turingia e la città di Weimar che qui rappresento sono ben consapevoli del compito ad esse richiesto dalla politica della memoria. Saremo coerenti con questa nostra responsabilità e faremo tutto ciò che è nella nostra forza per mantenere vigile l’ammonimento e la memoria dei crimini commessi nel campo di concentramento di Buchenwald. Il Land della Turingia sta attualmente allargando il luogo commemorativo dell’ex KZ. Accanto alle numerose mostre stabili sulla storia del campo vi sono frequenti mostre itineranti su temi specifici., Esiste inoltre un archivio, una foto e videoteca, una biblioteca specialistica con circa 12.000 volumi, pubblìcazioni sul sistema concentrazionario del nazismo, nonché volumi sulla storia dei campi di internamento. Ancora, collezioni museali con circa 3.000 oggetti sono a disp9sizione della ricerca scientifica e del pubblico interessato. E anche possibile acquistare pubblicazioni specifiche sulla storia del Lager, un opuscolo e un video. Inoltre si offrono naturalmente diverse possibilità per informare sulla storia del luogo, come per esempio conferenze vicino al plastico del campo, con successiva visita guidata attraverso il lager, guide e conferenze a tema come per esempio “Gli Ebrei nel campo di Buchenwald”, “Bambini e aiovani nel campo di Buchenwald”, “Scinti e Rom nel campo di Buchenwald”, “Storia a confronto”, “Guide attraverso il memoriale”. Ciò cui teniamo particolarmente e che promuoviamo con sempre maggiore intensità è Fìncontro tra giovani a Buchenwald. Oltre al luogo di incontro e al centro di incontro tra giovani già esistente, il Land della Turingia inizierà entro quest’anno il progetto e la costruzione di un grande centro europeo per la formazione e l’incontro tra i giovani a Weimar, dove i giovani provenienti da ogni parte dell’Europa si confronteranno sul tema della dittatura nazista e dei campi di concentramento. Noi speriamo di poter suscitare in loro una sentita consapevolezza dei fatti accaduti, nonché la disponibilità di impegnarsi in futuro affinché queste cose non debbano mai più accadere. Sono giunto al termine del mio discorso e ringrazio tutti dell’attenzione. In particolare ringrazio di aver avuto la possibilità di parlare oggi quale rappresentante della città di Weimar su questo importante tema. Molte grazie.

ITALO TIBALDI – Ringraziamo questo giovane sindaco, così attento e così puntuale sui problemi che riguardano il campo di Buchenwald e la deportazione in generale. Grazie. E adesso iniziamo con i nostri amici che sQno venuti da lontano. Il rappresentante del Comitato internazionale di Buchenwald.