23 aprile 1995 – La mattinata è pervasa da un dolce tepore primaverile, lungo la strada una folla di pedoni, ciclisti,  famiglie tedesche della zona, parecchie decine di pullman; una unica meta: il Lager femminile di Ravensbrück.
Parrebbe una sagra paesana, ma è bastante uno sguardo alla piazza d’Appello, laddove teste canute di donne e uomini ex deportati, ricordano e rivivono i loro calvari personali, per entrare nel clima di una commossa commemorazione.
Una babele di idiomi, bandiere da tutte le parti del globo, un raduno di Ebrei eccezionale; rappresentanti dei deportati politici, dei Testimoni di Geova, Rom, Sinti ed omosessuali; tutti riuniti nel ricordo del 5o° anniversario della liberazione del campo da parte delle truppe sovietiche.
Gli oratori succedutisi sul palco, oltre il ricordare coloro che in questo luogo persero la vita, hanno stigmatizzato il sistema concentrazionario nazista, e tutti hanno concordato, anche se in modi differenti, che simili aberrazioni ed atrocità non devano accadere “Mai più”.
Il momento culminante della cerimonia è stato il lento snodarsi di una miríade di persone che si sono dirette verso il monumento memoriale costeggiando il piccolo laghet to, tutti con un fiore in mano, testimoniante il ricordo imperituro delle vittime del nazifascismo.

Mattia Alberto Ansaldi