L'appello lanciato nel marzo scorso dal Consiglio nazionale dell'ANED per salvare il Memoriale italiano del Block 21 di Auschwitz  è stato raccolto dalla Toscana. Ad annunciarlo sono stati il presidente della Regionr Enrico Rossi e il sindaco di Firenze Dario Nardella, che concordamente hanno lavorato perché questa memoria nazionale possa non solo essere preservata, ma diventi punto di riferimento storico e culturale, testimone importante di una coscienza che non deve andar persa.

"La Toscana non poteva restare indifferente di fronte al richiamo dell'associazione degli ex deportati – ha detto il presidente Rossi -. Siamo la regione del primo Treno della memoria, che a gennaio 2015 tornerà ancora una volta ad Auschwitz col suo carico di centinaia studenti pronti a confrontarsi con la Storia anche nei suoi orrori. Siamo la regione che sta festeggiando quest'anno il 70mo della Liberazione con una serie di grandi inziative perché niente di quanto è successo vada perso e mantenga sempre accesa la voglia di libertà e dignità per tutti. Siamo la regione dell'accoglienza e della tolleranza, cui intitoleremo la nuova sede del Memoriale per farne meta degna dei richiami che contiene".

"Firenze sente forte l'orgoglio di accogliere in città un'opera simbolo della memoria nazionale – ha detto il sindaco Nardella. Un'opera che per sempre ricorderà a tutti noi l'orrore del campi di sterminio e la brutalità dell'uomo sull'uomo, perché ciò non torni mai più a ripetersi. Proprio nell'arte possiamo trovare una voce di speranza e di proiezione nel futuro, tanto più a Firenze, tanto più nell'anno in cui ricorre il 70esimo anniversario della Liberazione della nostra città"

Il sindaco Nardella ha annunciato che l'area individuata dal Comune e dalla Regione come "nuova casa del Memoriale" è quella dell'EX3, nel quartiere di Gavinana, proprio accanto a piazza Bartali: "Un modo – ha detto Nardella – per dare all'EX3 un nuovo ruolo simbolico nel panorama degli spazi espositivi fiorentini in un momento di grande evoluzione e valorizzazione".

Per parte sua l'Aned, proprietaria dell'opera, ha espresso in un messaggio "il vivo ringraziamento degli ex deportati al Comune di Firenze e alla Regione Toscana per essersi attivati con tanta decisione per trovare una soluzione al problema del ricollocamento del Memoriale italiano, sul quale pende la minaccia di smantellamento da parte del Museo di Auschwitz per il prossimo 30 novembre". L'Aned "conferma la propria totale disponibilità a collaborare con il Comune di Firenze e con la Regione Toscana per la verifica dell'idoneità degli spazi individuati a ospitare quest'opera che ha fatto onore alla cultura italiana all'estero per oltre 30 anni, e che solo una sciagurata decisione delle autorità polacche ci costringe a rimuovere dalla sua sede naturale."

Il tema del destino del Memoriale italiano di Auschwitz è stato all'ordine del giorno della riuniione del Consiglio Nazionale dell'Aned, massimo organo statutario dell'associazione, convocato per sabato 18 e domenica 19 a Prato. Al Consiglio ha svolto una comunicazione l'arch. Alberico Belgiojoso, anche sulla base dei sopralluoghi avuti inelle ultime settimane

Alla progettazione e alla realizzazione del Memoriale, su invito dell'Aned, hanno lavorato personalità della cultura italiana del calibro di Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Primo Levi, Pupino Samonà, Nelo Risi, Luigi Nono, al fianco degli ex deportati allora al vertice dell'Aned, a cominciare da Gianfranco Maris, Teo Ducci e diversi altri. L'inaugurazione avvenne nella primavera del 1980, alla presenza di decine di ex deportati giunti dall'Italia, di rappresentanti delle Comunità ebraiche italiane e dell'allora ministro Marcora in rappresentanza del governo.