L’orrore per lo sterminio nazista non conosce confini e non ha colore

Le celebrazioni del Cinquantesimo anniversario della Liberazione non sono davvero cominciate nel migliore dei modi. Ad Auschwitz la viailia delle manifestazioni è stata caratterizzata da un’accesa polemica tra gli organizzatori polacchi e le associazioni ebraiche internazionali, divisi da un irriducibile dissidio sulle modalità delle commemorazioni. Non è la prima volta che succede, in Polonia, e terniamo che non sarà l’ultima. Le divergenze tra le organizzazioni internazionali ebraiche e le autorità polacche datano ormai da anni e anni. E un peccato che non si sia riusciti a superarle nell’occasione eccezionale del Cinquantesimo, e che la ricorrenza della fine della guerra non abbia segnato, al contrario di quanto tutti auspicavano, il raggiungimento di una nuova unità nel ricordo dei milioni di vittime dello sterminio nazista. Il persistere di questo dissidio ci pare confermi l’esigenza – già in passato manifestata dall’Aned – che ai principali Memorial della deportazione venga riconosciuta dalla comunità internazionale una sorta di extraterritorialità: il dolore dei figli, delle madri, dei parenti delle vittime dello sterminio non conosce confini, non soggiace ai dettami di precetti religiosi o di convinzioni ideologiche e politiche.

A Norimberga i criminali nazisti furono processati per crimini contro l’umanità: è l’umanità intera che è stata calpestata, vilipesa, ferita nei Lager, si disse allora, e sarebbe saggio continuare a ricordarlo anche adesso. Auschwitz non può appartenere dunque a un solo paese né a una sola parte: è un patrimonio del mondo intero, perché è al mondo intero che invia il suo terribile monito. L’ormai imminente riunione dei rappresentanti dei Comitati internazionali dei principali campi, nell’ambito del congresso nazionale dell’Aned di Prato, sarà l’occasione per un confronto anche su questo argomento e per un primo bilancio delle iniziative del ’95. Negli auspici di tutti dalle grandi manifestazioni commemorative della primavera prossima dovrà giungere un messaggio di forza e di unità del movimento antifascista e del mondo della deportazione. Un messaggio rivolto in particolar modo alle nuove generazioni, affinché in questi anni tormentah, nei quali sembrano prendere vigore movimenti razzisti, violenti e intolleranti, si ritrovi la via del dialogo, della tolleranza, della solidarietà e della pace. Purtroppo nel momento in cui prepariamo questo numero del nostro giornale (fine di gennaio) mancano ancora alcuni dettagli al calendario degli appuntamenti nei principali campi nazisti. Pubblichiamo di seguito l’elenco dei principali incontri di cui siamo a conoscenza. Maggion particolari saranno comunicati in occasione del Congresso, e riportati sul numero del Triangolo Rosso che sarà pubblicato immediatamente dopo quell’importante appuntamento.
 

 
Questo il calendario delle principali manifestazioni:
 
Risiera 26 marzo Incontro con le donne
Auschwitz 4 -7 aprile Incontro con i giovani
Buchenwald 9 aprile
Sachsenhausen 22 aprile
Ravensbrück 23 aprile
Dachau 30 aprile 
Bolzano 30 aprile
Gusen 5 maggio
Harteim 6 maggio
Ebensee 6 maggio
Mauthausen 7 maggio
Fossoli 9 luglio