I libri di cui si è ampiamente discusso al Convegno Storia vissuta sono: La Deportazione nei Campi di sterminio nazisti, Studi e testimonianze a cura di F. Cereja e B. Mantelli Franco Angeli/ Storia; e La vita offesa. Storia e memoria dei lager nazisti nei racconti di duecento sopruvvissuti, a cura di Anna Bravo e Daniele Jalla. Prefazione di Primo Levi. Franco Angeli/ Storia.
Il primo dei due libri è stato già illustrato in precedenza su Triangolo Rosso. Ne raccomandiamo la lettura a coloro che intendono conoscere la “galassia concentrazionaria” esplorata da numerosi saggisti italiani e di diversi paesi europei. Del secondo libro, apparso da poco, ricordiamo la calda accoglienza, il forte lancio televisivo e radiofonico, le recensioni dei giornali, l’autorevole approvazione del mondo accademico. E’un libro che rispetta con rigore tutti i canoni della storiografia, ma tracima nella poesia. Parla di voi, parla di tutti noi. Leggetelo e diffondetelo.
Circa le recensioni tre volte abbiamo rilevato la qualifica di straordinario attribuita al libro, qualifica assai raramente adoperata: su “La Stampa” di Torino (Lietta Tornabuoni), su “L’Unità” (Enzo Collotti) e su “il Manifesto” (Marco Revelli).
Numerosissime recensioni sono apparse su giornali e periodici. In diverse rubriche televisive e radiofoniche si è parlato della Vita offesa.
L’elogio del mondo accademico si riassume nelle seguenti frasi tratte da una lettera di Norberto Bobbio, e da un messagio di Guido Quazza.

Caro Vasari,
ho ricevuto il volume La vita offesa e ti ringrazio. Ho cominciato a leggerlo. E’impressionante. Non esito a dire che si tratta di un Iibro di enorme interesse, per a mole del materiale raccolto, per il modo in cui è esposto, per le introduzioni e le note che accompagnano le testimonianze. Una iniziativa, dunque, ben concepita, ben guidata e puntualmente eseguita sino alla sua completa attuazione. Caso non frequente nel nostro Paese.

Norberto Bobbio “

“Caro Bruno Vasari,
ho letto l’Antologia. E’una cosa stupenda sotto ogni aspetto.Vorrei che per quel poco che conto lo dicessi ai curatori e agli intervistati. Resterà, resterà, resterà. Ne sono sicuro. E a te e ai compagni dell Aned rimarrà il merito di averla promossa.

Guido Quazza”