La Lega.

A dispetto delle dichiarazioni antifasciste del leader Bossi il gruppo regionale del Carroccio e andato all’assalto. Unica concessione, impegnarsi per approfondire i “lati oscuri” della lotta partigiana

Bossi non perde occasione per gridare che la Lega è antifascista, anzi che è l’erede più fedele dell’anti fascismo. Il gridar forte fa parte del suo stile, ma in questo caso sembra più un espediente per far dimenticare e dissimulare la cultura di destra che serpeggia nelle sue file. Così, mentre il senatur arringa le folle, ci sono stati (e quanti ce ne saranno ancora?) sindaci leghisti che rifiutano l’intervento del Comune per le manifestazioni del 25 Aprile e c’è il gruppo della Lega in Consiglio regionale che ha deciso di dar battaglia per impedire l’approvazione della legge che ha per titolo: “Attività celebrative per il cinquantesimo anniversario della Resistenza e della Liberazione

La legge regionale promuove anche l’aspetto puramente celebrativo dell’anniversario, un aspetto irrinunciabile e che ha consentito finora di tenere viva la memoria sulle radici della nostra democrazia e della nostra Repubblica. Ma promuove soprattutto iniziative di studio e di approfondimento nelle scuole dell’obbligo, la ricerca nelle università con borse di studio agli studenti che approfondiranno la materia, iniziative nei luoghi di lavoro che tanta parte ebbero nella crescita e nella difesa della coscienza civile e democratica del nostro Paese.

I leghisti della Regione hanno cominciato a contestare la legge rin dal titolo

Via le parole Resistenza e Liberazione, ma “rievocazione storica del cinquantesimo anniversario degli eventi connessi con l’ultima fase della seconda guerra in Lombardia”. E poi… basta con una versione di parte della lotta antifascista, col mito della Resistenza dove tutto il male stava da una parte e tutto il bene dall’altra e che ha alimentato e ispirato il terrorismo. Bisogna invece guardare e approfondire i lati oscuri, dando voce a tutte le interpretazioni e a tutti gli studi per dar luogo a “celebrazioni senza eccessiva ufficialità” ed una “rievocazione storica al di sopra delle parti”. Come? Tanto per gradire, i leghisti propongono di trasformare un bosco in monumento per tutti i caduti della guerra di Liberazione, a qualunque parte appartengano. I rappresentanti del MSI, che hanno riproposto le tesi note della pacificazione, sono stati, nei toni della polemica, più dimessi…

I consiglieri regionali della Lega – dice Roberto Vitali, vice presidente del Consiglio regionale – mascherano dietro critiche di merito alla legge una vera, forte polemica nei confronti della Resistenza e della guerra di Liberazione”. Un altro esempio della doppiezza della Lega.