Non ci sono popoli maledetti Ci sono stati dei criminali che hanno educato i popoli all’odio contro gli altri
DESIRAT – Cari amici italiani, cari amici dell’Aned, cari amici di tutti i campi di concentramento, vi saluto con affetto e spero che noi rappresentanti di tutti i campi potremo unire le nostre forze. Oggi parlerò senza testo scritto e volontariamente lo faccio, così spero di trasmettervi i miei sentimenti in modo più profondo. Ringrazio tutti i partecipanti, ringrazio tutti i iniei compagni dei campi, sono molto felice di essere qui e spero che tutti insieme potremo lavorare per mantenere viva la memoria dei campi. VorTei ricordare alcuni punti storici. Il campo di Dachau che fu il primo ad essere aperto nella Germania nazista fu preceduto da un campo eretto vicino aHa città di Orianenburg, il campo di Sachsenhausen. E suo carattere particolare è che Orianenburg era la sede dello Stato maggiore di Himmler che è stato il capo dell’organizzazione dei campi nazisti e delle SS. Il campo di Orianenburg, vecchio quindi come quello di Dachau, fu utilizzato dal ’33 al ’34 e poi fu chiuso per permettere la costruzione del campo di Sachsenhausen. Nel frattempo si installava l’organizzazione centrale dei campi di concentramento a Orianenburg. In parallelo veniva costruito anche il campo di Sachsenhausen che fu aperto nel luglio ’36. Da lì partivano le direttive per la gestione e l’organizzazione di tutti i campi di concentramento, e lì venivano fatti gli studi e le ricerche suflo sterminio. Per esempio gli studi sui canrion a gas che sono stati i precursori delle camere a gas. Nel campo di Sachsenhausen furono imprigionati antinazisti tedeschi, alcuni arrestati nel ’33, altri consegnati da governi dei paesi occupati, come per esempio la Francia, che hanno consegnato ai nazisti dei resistenti, come tutti i francesi che sono qui oggi, ma anche dei rifugiati politici tedeschi, dei combattenti tedeschi delle Brígate internazionali in Spagna che furono arrestati in Francia dal Governo di Petain e consegnati ai nazisti. Quindi, primo punto, coesione fra tutti i campi di concentramento nazisti che fossero in Germania, o anche In Italia, in Austria. E’ la vocazione dei nostri Comitati intemazionali. Secondo punto, è vero, esistono due tipi di memoria: la prima è la memoria viva che può scorripairire e che noi rappresentiamo; e la memoria storica che noi dobbianio costruire con gli storici e i ricercatori di ogni tipo. è un dovere fondamentale perché rimaniamo sempre in meno, ed è dunque importante che rimanga qualcosa, anche se siamo stati educati alla forza e alla resistenza nei campi di concentramento è evidente che non potremo ancora a lungo continuare a svolgere il nostro compito. Quindi la memoria storica deve essere imperiosamente difesa oggi, ma anche questa memoria storica deve essere viva. Noi del Cornitato di Sachsenhausen abbiamo ricevuto la lettera di un giovane che era venuto con noi a visitare il campo di concentramento, un giovane studente di Bordcaux che ci ha scritto: “Grazie, grazie con tutto il cuore di avermi dato il senso della mia vita. Questo senso è il senso della democrazia, della kbertà, della solidarietà per tutti”. Se chi esce da un mernoriale non è fortemente impressionato e non si decide a continuare la lotta che noi abbiamo condotto nelle condizioni più atroci, ma che lui deve compiere nel modo più umano e più largo possibile, allora i nostri memoriali saranno soltanto dei sepolcri imbiancati. L’ ultimo obiettivo è di ristabilire la verità storica. Prendete una SS. Io penso per esempio a quello che mi ha spaccato tutti denti senza passare tramite la chirurgia, con le mani nude; aveva una trentina di anni, era giovane quando Hitler è arrivato al potere e già a scuola, anche forse nella sua famiglia, egli era stato educato per diventare una bestia feroce. Non sono dei pazzi che hanno fatto il nazismo, sono delle persone sistematicamente educate. Non è vero che ci siano dei popoli maledetti; ci sono dei criminali che cercano di educare i popoli a essere feroci, che cercano di educare i popoli a lottare uno contro l’altro, a lottare all’intemo dello stesso popolo. E la nostra forza è che noi dobbiamo essere uniti, mano nella mano, per lottare contro queste opere di disumanizzazione, e spero nei pochi anni che mi rimangono di vedere un mondo nuovo libero, solidale, pacifico, per lottare contro tutte queste opere negative legate ai soldi, ecc.

INTERVENTO – Salutando e ringraziando Desirat, noi ringraziamo quei compagni che nei campi erano gli anziani, erano quelli che hanno insegnato a noi giovani che dovevamo stare buoni, che non potevamo reagire inopinatamente perché avremmo pagato. Io colgo questa occasione per dire a Desirat, che oggi compie 88 anni: grazie. Adesso abbiamo il Presidente del Comitato internazionale di Mauthausen, Hammelinann, che oltre a essere un compagno è un amico, è quello che comunque ha legato sempre questo comitato internazionale sin dai tempi in cui noi avevamo nel comitato Ermete Sordo e Piero Caleffi. Questi erano i compagni a cui noi ci legavamo, che io voglio ricordare oggi e che facevano parte di questo Comitato, a cui io oggi partecipo in rappresentanza della delegazione italiana.