Una grande folla ha partecipato il 30 aprile alle solenni manifestazioni commemorative del Cinquantesimo anniversario della liberazione del campo di Dachau, il primo voluto dal nazismo, uno dei più terribili, con le sue quasi 32.000 vittime ufficiali (alle quali vanno aggiunte le migliaìa di uccisioni non registrate).
Un diluvio continuo ha disturbato incessantemente tutte le manifestazioni, senza, peraltro nulla togliere alla solennità del l’appuntamento e alla commozione Generale.
Accanto agli ex deportati, alcuni dei quali ritornavano nel campo per la prima volta dopo mezzo secolo, hanno voluto presenziare agli incontri di Dachau anche circa 200 veterani della 42° Divisione di fanteria “Rainbow”, venuti appositamente dagli Stati Uniti, molti accompagnati dai familiari.
I veterani hanno avuto un’accoglienza più che calorosa: i superstiti di Dachau non hanno dimenticato il giorno del loro arrivo nel campo, che segnò la fine di una interminabile stagione di torture e di privazioni.
Dopo le funzioni religiose (con i riti cattolico, evangelico, ortodosso e ebraico) e dopo la deposizione di una corona del primo ministro della Baviera davanti al crematorio, si è snodato sotto la pioggia un lungo corteo lungo il viale del campo. Nel corso della manifestazione ufficiale hanno preso la parola il presidente del comitato internazionale generale André Delpech, il presidente del consiglio centrale dell’Unione dei Sinti e dei Rom Romani Rose, il presidente del consiglio centrale deali ebrei di Germania Ignatz Bubis, il veterano americano John McGovern presidente dell’Associazione dei veterani della 42° Divisione “Rainbow” e “Taps”, e lo stesso primo mimstro, bavarese Edmund Stoiber.
E seguita la deposizione di corone floreali, tra le quali anche quella dell’Aned, portata da Gigi Mazzullo e da Enrico Piccaluga.
In precedenza, il 28 aprile, si è tenuta a Monaco di Baviera la riunione del comitato internazionale del campo. Nel corso della riunione è stata annunciata l’inaugurazione di un monumento dedicato alla tragica “Marcia della morte” a Landsberg, e si è apprezzato lo sforzo del governo bavarese nei lavori per l’ampliamento del museo del Lager.
Con molti sforzi, è stato infine ricordato, sta prendendo forma il progetto di una Fondazione, destinata a rendere perenni gli scopi e gli obiettivi dei Comitato internazionale di Dachau.