Una lettera del presidente dell’Aned a Fedele Confalonieri

 

Egregio Signore,
Ella, al giornalista della Repubblica (pag. 11 del 5 ottobre), che La intervistava, ha dichiarato: “ci sentiamo come se avessimo cucita addosso la stella di Davide, come se fossimo gli ebrei di una moderna persecuzione”.
A nome dei deportati politici, inviati dai fascisti ed assassinati dai nazisti nei campi di sterminio in Germania, tra i quali 9000 ebrei italiani, La invito, quando parlerà ancora della persecuzione alla quale Ella afferma che i giudici del nostro Paese sottopongono la Fininvest e Lei, di avere il buon gusto di non mistificare la storia e di non confondere le indagini della giurisdizione penale di un paese democratico con la persecuzione politica e razziale fascista, con il genoci-
dio e con lo sterminio. E’ vero che all’equazione di uguaglianza che Ella fra tra la Fininvest perseguitata e la persecuzione degli innocenti premette le parole: “esagerando un po’ “; ma questa considerazione, anziché attenuare, aggrava ancora di più la Sua dichiarazione, fornendo una ulteriore prova intrinseca che non si tratta di un iperbole di cattivo gusto ma di un Suo effettivo convincimento. E’ vero che viviamo in tempi nei quali si è perso il senso della misura e si sono smarrite le coordinate etiche che consentono di ben giudicare le cose e gli uomini, ma, questa volta, Lei è andato veramente oltre il segno.
Distinti saluti.

Il presidente Avv. Gianfranco Mari