A 50 da quella primavera il nostro sguardo volge al futuro
Le delegazioni dell’Aned presenti a tutte le principali iniziative.
La coincidenza della consultazione elettorale con il grande appuntamento internazionale di Mauthausen.
Il silenzio colpevole dei grandi organi di informazione.
Cinquant’anni sono passati da quella terribile primavera che vide la disfatta dell’esercito hitleriano e la liberazione dei campi di sterminio voluti dal nazismo per annientare i propri avversari. Cinquant’anni; e il pensiero va subito alle centinaia di migliaia di uomini e donne che da quei Lager non tornarono, che furono umiliati, percossi, affamati, sterminati e infine cremati nei campi, cenere dispersa al vento sulle campagne di mezza Europa. “Dare alla memoria un futuro” è stato in questi anni l’impegno sempre più pressante e a tratti anche angosciato dei superstiti e dei familiari dei Caduti. Per “dare alla-memoria un futuro” anche l’Aned ha cercato caparbìamente un contatto con i giovani, per rendere testimonianza di quel che è stato, perché il ricordo non si perda con il naturale assottigliarsi delle schiere dei superstiti. Così le grandi manifestazioni commemorative che si sono tenute e che ancora si terranno negli ex Lager nazisti non sono state (e non diventeranno) manifestazioni di “reducisti” incalliti, ma occasíoni di incontro, di conoscenza, di comprensione tra le generazioni, attraverso i confini del continente. Lo ha detto bene per tutti Pierre Durand, del Comitato internazionale di Buchenwald, alla imponente manifestazione per il 50° anniversario della liberazione di quel campo: in questo anniversario, ha detto, i nostri sguardi si volgono all’avvenire. Con la gioventù, con voi tutti, noi continueremo nella nostra battaglia per la libertà, così difficile da conquistare; per i diritti dell’uomo e per la pace”. Delegazioni dell’Aned hanno partecipato a tutte le principali manifestazioni commemorative di questa primavera. La coincidenza con il voto amministrativo del 7 maggio ha costretto purtroppo l’associazione a interrompere improvvisamente un importante lavoro organizzativo, avviato da oltre un anno e mezzo, volto a portare migliaia e migliaia di giovani italiani all’ultimo di questi appuntamenti, quello di Mautausen, programmato proprio per quella data. Nessuno meglio degli ex deportati conosce infatti il valore della democrazia, di cui le elezioni sono il momento più alto. E di fronte al diritto-dovere di partecipare alla consultazione amministrativa, l’Aned si è inchinata, spiegando le ragioni di questa scelta alle decine di singoli, di organizzazioni e di associazioni che in questo anno e mezzo avevano preso contatto con noì e si erano detti interessati a partecipare al fianco dei superstiti al grande raduno del 7 maggio sul piazzale dell’appello del Lager di Mauthausen. A testimonianza del grande lavoro svolto in questi ultimi mesi, valga per tutte la constatazione che – nonostante il “contrordine” lanciato dall’Aned – almeno un migliaio di italiani non ha rinunciato a presenziare a quello storico appuntamento. I più giovani perché tanto non votavano; alcuni perché al loro paese le elezioni si erano risolte al primo scrutinio, senza bisogno di ricorrere al ballottaggio. Gli altri, infine, semplicemente perché un altro appuntamento così non si ripeterà mai più. Una scelta che dal profondo del cuore l’Aned non si sente di condannare, e che dimostra che molti dei semi lanciati in questi anni hanno attecchito nonostante tutto nel terreno fertile di una diffusa coscienza democratica. A dispetto del silenzio ostinato della stampa e dei grandi organi di informazione televisiva; un silenzio tanto caparbio da apparire, a conti fatti, un autentico boicottaggio.