Non ho avuto in famiglia famigliari o parenti che abbiano subito la deportazione. Ho avuto però un babbo che ha vissuto da bambino la guerra sull’Appennino bolognese e che non ha mai smesso di raccontarmi le sue storie.
Da lì sicuramente è nata la mia passione per la storia e per questo ho deciso di iscrivermi alla facoltà di Storia Contemporanea di Bologna e poi per il completare il percorso
, alla laurea magistrale in Scienze Storiche.

Abbiamo parlato ieri del fatto che sono poche le tesi di laurea negli ultimi anni che trattano il tema della deportazione, io ne ho fatte due: la prima sulla deportazione delle donne italiane politiche a Ravensbrück e la seconda sulla resistenza culturale ed armata degli Ebrei con la professoressa Antonella Salomoni. Fu durante la stesura della prima Tesi di laurea che conobbi l’Aned di Bologna e grazie al supporto di Angela Berzuini e Valeria Quadri riuscii a trovare i documenti per completare la mia ricerca sulla deportazione femminile.

Il primo viaggio della memoria lo feci nel 2012 a Mauthausen con Armando Gasiani, che mi trasmise molte emozioni e sensazioni che non avevo mai provato, grazie alla sua forza nel volere raccontare ai giovani la propria esperienza nel lager. Poi mi sono tesserata all’Aned, ho cominciato a collaborare come volontaria alle iniziative didattiche per le scuole e la cittadinanza e poi nel 2021 sono stata eletta Presidente di sezione, con una grande responsabilità ma aiutata con tutto il supporto della “squadra” bolognese che ringrazio.

Sono una storica che non fa la storica di professione ma che fa delle storie la sua passione e cerco di trasmettere questo ai ragazzi e non solo a loro. Proprio ieri sera ho ascoltato la storia del padre dell’amica della sezione di Imola e penso che proprio durante questi momenti sia importante la condivisione e confrontarsi con gli altri.
Sostengo che
è importante fare rete con le altre sezioni e condividere iniziative e progetti, soprattutto per il settore scolastico. Penso (ne parlerà successivamente il consigliere di Bologna Mauro Borsarini) sia fondamentale la creazione di un coordinamento nazionale per la didattica della memoria ed un unico database da dove sia possibile reperire le informazioni sulla storia della deportazione.

Giuliana Fornalè
Bologna

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