I lavoratori della Franco Tosi da alcuni giorni erano in sciopero, il fermento era in crescendo, la visìta di Zimmermann, capo delle SS, con le sue minacce e le sue false promesse non era riuscita a riportare la calma. La lotta diretta dalla Commissione Interna continuava con sempre maggior slancio, la parola d’ordine era: aumento della razione del pane e aumenti dei salari e stipendi. La lotta era un generoso e determinato impulso, un istinto chiaro; prepararcì per i giorni che i Lavoratori avrebbero ingaggiato battaglia per la salvezza delle nostre fabbriche dalla depredazione tedesca e affinché il Paese nonfosse coinvolto nella sconfitta dei nazi-fascisti. Quel 5 gennaio 1944, giornata fredda e molto agitata, mentre la Commissione Interna in Direzione cercava con la trattativa di strappare alcune delle rivendicazioni allora in discussione, gran parte dei lavoratori erano confluitì sul piazzale della ” casa bianca”, Tutto successe in pochi attimi; un cupo rumore di camion in arrivo, il cancello centrale si spalancò, mezzi motorizzati della SS armati di tutto punto invadono il cortile e piazzano le mitragliatrici, prendono posizione come se si trattasse di una vera e propria azione di guerra.

 

Comandi secchi, un altoparlante comanda la ripresa del lavoro, gli operai come impietriti dallo sdegno non si muovono, era una sfida che i tedeschi non hanno sopportato, infatti un ordine perentorio comandava di aprire il fuoco, le mitraglie crepitavano, gli Operai ondeggiarono spaventati, diversi caddero a terra, tanto che l’impressione fu che avessero sparato ad altezza d’uomo. I pochi che rimasero sul piazzale, furono presi e messi al muro con le mani alzate, iniziò poi la spietata caccia ai membri della Commissione Interna e agli antifascisti più noti. E qui la cronaca diventa storia della Resistenza a Legnano. Un notiziario della guardia repubblicana fascista, datato 5 gennaio 1944, riservato a Mussolini, informa testualmente: “Oggi, nello stabilimento Franco Tosi, gli Operai hanno ripreso la sciopero e sobillati, incominciavano dimostrazioni all’interno della fabbrica proponendosi di uscire per continuarle resso altri stabilimenti”.Sta scritto che tutte le lotte generose e giuste devono sempre pagare un duro scotto e fu così anche per noi. Alcuni giorni dopo un altro rapporto fascista attestava che: ‘A seguito dell’intervento della SS tedesca la sìtuazione si è rìstabilita a Legnano e nelle sue fabbriche “. Siamo convintì che questo documento può essere strumento fondamentale per la conoscenza specifica di quei terrìbili avvenìmenti che, nella storia della seconda guerra mondiale, furono e rìmangono la pagina più dolorosa la cui gravità èfuori da qualsiasi immaginazione.

Far conoscere quella che fu la realtà dei campi di sterminio nazisti, perché poco si è fatto per mantenere vivo il ricordo dì questo massimo crimine della storia dell’umanítà, che si è perfino potuto assistere, negli ultimi tempi al goffo tentativo di affermare che i campi di stermìnio non erano mai esistiti; quasi che la scomparsa di milioni di persone fosse addirittura frutto di fantasia. Documento importante anche per suscitare e divulgare nelle nuove generazioni lafraternítà, debellare l’odio, affinché l’umanítà mai dímentíchì e tragga dalla obiettiva conoscenza della storia i motivi per contribuire alla costruzione di una Società, fondata sulla giustizia e sul rispetto della dignità umana, con la coscienza di aver onorato, oggi, coloro che per la libertà volontariamente fecero sacrificio della vita.
 

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A Mauthausen
Santambrogio Angelo
Orsini Francesco
Venegoni Ernesto
Grassi Carlo
Giuliani Alberto
Cima Pericle
Ciapparelli Carlo
Vitali Antonio
Cassani Rino
Bossi Ambrogìo
Bosani Giuseppe
Landone Astorre
Mazza Luigi
A Gusen
Ciampini Giuseppe
Verga Eugenio
Zanin Davide

A Ebensee
Moro Gianfelice

A Auschwitz
Pornini Mario

A Bruex
Filetti Carletto
De Tomasi Giannino

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