Un commento al film “Testimoni”

Dalla nostra “casella postale” telematica sulla Rete civica milanese traiamo questo commento al film “Testimoni”, scrttto da una giovane amica entrata in contatto con l’Aned grazie alla sua presenza sulla Rete.
Dunque, “Testimoni” mi è sembrato veramente bello.
Mi sono molto piaciuti la “mira”, il taglio, l’atteggiamento del film; mi sono sembrati l’esatti non mi viene un’altra parola, senza sbavature, centrati; questo mi ha colpito particolarmente ed era la cosa che più mi incuriosiva prima di vedere la cassetta. Le testimonianze sono un dato di fatto, una discriminante, la Storia (come diceva il terzo intervistato – Ferruccio? – riportando P. Levi: il punto è semplicemente dire quello che è successo, sono d’accordo!); le avete proposte proprio bene, il contatto è immediato, profondo e diretto, e porta duramente sui fatti (per questo ho apprezzato il vostro sguardo su queste persone, perché l’ho trovato “storico” nel senso più bello del termine).
Mi ha molto emozionato, in particolare nel racconto della signora istriana, la discrezione della telecamera; la scelta di non concedere nulla, così mi è parso, al di là dei racconto e di essere molto “privati” sul dolore e sulle emozioni (proprio bello quell’effetto di montaggio con le voci e le immagini che si sovrappongono lievemente), come per dire non è questo il punto, e forse non si può neanche dire quanto dolore c’è dentro queste storie. Si è creato un rapporto molto semplice in particolare con la (dolcissima) signora, lasciando che la testimonianza fosse un contatto diretto, pulito e tremendo.
Personalmente mi sono molto emozionata e commossa, lo sà Gino che l’ha visto con me, e che è rimasto molto colpito. Lui ha fatto fatica a vedere la parte documentaria sui campi, e mi ha chiesto di fare una breve pausa.
Condivido (anche Gino) la scelta di mostrare anche immagini molto crude perché è una delle cose da dire e va detta anche questa con semplicità; mi ha fatto riflettere vedere le testimonianze “istituzionali” alla fine (ufficiale americano, kapo etc.) perché non smette di colpirmi il problema della necessità di fonti “indiscutibili” anche davanti a tanti milioni di morti.
Per la cronaca una delle reazioni immediate è stato anche a desiderio di fare vedere la cassetta alle persone con cui mi è capitato di trovarmi sull’argomento senza riuscire a proporre correttamente la dimensione – incontestabile – della testimonianza, della storia, scendendo anche in discussioni che mi hanno provocato qualche arrabbiatura (è incredibile come sia poco ovvio parlarne e come il racconto di questi eventi venga certe volte preso per una sorta di “interpretazione”).
Infine pensavo che sarebbe bello un archivio video (magari c’è) di storie, il maggior numero possibile, proprio per potere fare conto anche nel futuro su quello che queste persone custodiscono anche per noi e per poterle vedere con i propri occhi mentre testimoniano senza la mediazione di un foglio di carta.

Ciao, Chiara
P.s. scelta musicale di alto livello!