Approvato all’unanimità il 18 dicembre scorso

I familiari dei caduti ed i superstiti dei campi di sterminio nazisti esprimono la più viva preoccupazione per il gravissimo deterioramento della crisi politica che ha investito le istituzioni democratiche dell’Italia repubblicana. Il tentativo di dare legittimità alla destra post-fascista chiamandola a condividere le più elevate responsabilità di governo non ha sortito nessuno dei risultati promessi. Al contrario, sono evidenti i guasti prodotti da questa spregiudicata operazione.

Dopo nove mesi di litigi la maggioranza si sta sfaldando in un clima di rissa e di contrapposizioni frontali. Alle sue spalle il governo delle destre lascia una lunga scia di colpi di mano contro l’autonomia della magistratura, di attacchi all’autorità e all’istituto stesso della Presidenza della Repubblica, di occupazioni sfacciate di spazi informativi pubblici, di una sterile ma violenta contrapposizione sociale con il sindacato senza avere neppure affrontato nessuno dei problemi che aveva dichiarato di voler risolvere.

In prospettiva, se non interverranno fatti che pongano fine a questa situazione di disorientamento, di confusione, di difetto di governo e di arroganza prevaricatrice, e se non si ristabilirà un clima di rispetto delle regole della convivenza civile nel rispetto dei fondamentali principi della Costituzione anche la democrazia correrà seri pericoli. Il famoso “milione di posti di lavoro” si è rivelato per quello che era – un cinico bluff – in un paese nel quale una larghissima parte delle nuove generazioni è senza occupazione e dove anche la ripresa economica non si traduce in un allargamento della base occupazionale. Non sono solo i guasti materiali prodotti da questo governo ad allarmarci: preoccupano i danni gravi sul piano dei costume del confronto politico, e ancor più ci indignano il tentativo di rendere dignità politica e storica a ricostruzioni di comodo dell’esperienza del fascismo e della Repubblica Sociale e gli attacchi subdoli portati alla dignità degli uomini e delle donne che si opposero alla dittatura fascista, pagando un altissimo prezzo di vite umane nella deportazione e nella Resistenza.

La favola del “fascismo buono” (magari fino al momento delle leggi razziali) ha attirato sul nostro Paese la riprovazione del mondo civile e democratico, e creato disorientamento tra le nuove generazioni, alle quali da sempre la scuola nega il diritto a una informazione seria e documentata sulla storia recente del nostro Paese. I familiari dei caduti e i superstiti dei campi di sterminio nazisti sollecitano le forze politiche democratiche ad esprimersi esplicitamente per una soluzione positiva della crisi che scaturisca dalle indicazioni dei valori sociali, di solidarietà e di giustizia che sono contenuti nella nostra Carta Fondamentale. Nell’imminenza del Cinquantesimo anniversario della Liberazione l’ANED impegna tutte le proprie energie in uno sforzo straordinario per portare ai giovani la testimonianza della propria tragica esperienza, per contribuire, nei limiti delle proprie forze, alla creazione di un clima di tolleranza, di confronto civile, di serena ricerca della verità storica. Il dolore e i sacrifici e l’orrore per i delitti del passato, dei fascisti e dei nazisti, saranno stati vani se non saranno garantite alla democrazia, nel nostro Paese, le condizioni ed i fini della generale lotta di liberazione combattuta dall’Europa e dal mondo negli anni 1939-1945.

L’Assemblea della sezione milanese dell’ANED impegna tutti gli iscritti, i superstiti e i familiari a lavorare per il pieno successo dei nostro XI Congresso Nazionale, convocato a Prato nel marzo prossimo. A tutti noi è chiaro l’obiettivo di questo decisivo appuntamento: a 50 anni dalla fine della guerra bisognerà gettare le basi di una riforma organizzativa che ci consenta, come abbiamo detto in questi mesi, di “dare alla memoria un futuro”, di chiamare a raccolta accanto a noi le forze della scuola, dell’università, i giovani e le organizzazioni culturali che si impegneranno ad approfondire lo studio e la testimonianza del fenomeno della deportazione nei prossimi anni e nei prossimi decenni. Anche in questo contesto assumeranno particolare rilievo le grandi manifestazioni commemorative che si terranno in tutti i principali campi nel Cinquantenario della Liberazione. L’ANED farà ogni sforzo perché il maggior numero di superstiti possa partecipare a quei grandi raduni internazionali, nel ricordo dei caduti. E affinché al loro fianco si mobilitino migliaia e migliaia di giovani in una sorta di passaggio dei testimone tra le generazioni.

Milano, 18 dicembre 1994