Testimoni di Geova, una lettera alla “Stampa”

«Oltre seicento i martiri di Geova»    

 

Nei giorni scorsi ho ricevuto una curiosa cartolina. Rappresenta uno scorcio del muro di cinta dell’ex campo di concentramento di Mauthausen, sovrastato da un fiore stilizzato; i petali sono costituiti da cinque triangoli equilateri colorati: rosso, rosa, giallo, nero e viola. Ho chiesto spiegazioni alla persona che me l’ha inviata, il signor Italo Tibaldì di Vico Canavese, ex deportato e vicepresidente del Comitato Internazionale di Mauthausen. I cinque petali rappresentano la discriminazione operata dalle SS nei campi: triangoli colorati, cuciti sulle casacche degli intemati. Rosso per i politici, rosa per gli omosessuali, giallo per gli ebrei, nero per gli «asociali», viola per i Bibelforscher (testimoni di Geova). Lo scopo della cartolina è dichiarato in una scritta posta intorno alfiore stilizzato: «Diamo alla memoria unfuturo».

Al di là del significato dell’iniziativa, per i testimoni di Geova il triangolo viola rappresenta qualcosa di più. Incidentalmente è apparso da qualche giorno nelle librerie il libro «I Bibelforscher e il nazismo (1933-1945). Dimenticati dalla storia», di Sylvie Graffard e Leo Tristan. E’ proprio così, si fa presto a dimenticare il passato. Meglio è incoraggiare a conoscere il presente. Pochi sanno, ad esempio, che i testimoni di Geova ebbero, fra il 1933 e il 1945, oltre seicento martiri nei campi di sterminio. A coloro che con troppa faciloneria, o malafede, ci etichettano come una «setta» o una «nuova religione», in senso dispregiativo, rispondiamo con le pagine della storia; ma parliamo del nostro passato, del «triangolo viola», soprattutto perché la gente conosca il nostro presente. Ben venga, comunque, il futuro della memoria, ma passi attraverso il presente, per aiutare a non discriminare oggi i discriminati di ieri, perché non siano anche i discriminati di domani.

Alberto Bertone

Rappresentante Stampa dei Testimoni di Geova

“La Stampa” giovedì 19/1/95