Lettera aperta agli studenti di Legnano

La scelta dei ragazzi vincitori dell’annuale concorso a Legnano

” Perchè andare sempre a Mauthausen? Meglio Copenhagen”

Interrotta, su suggerimento della Giunta leghista, la tradizione pluriennale dell’omaggio ai lavoratori della Tosi deportati dopo gli scioperi del gennaio ’44

Su consiglio dell’assessore alla Cultura leghista di Legnano Renato Besana i sei ragazzi vincitori dell’annuale concorso promosso dal Comune in collaborazione con l’Aripi e i sindacati locali in ricordo dei lavoratori della Franco Tosi arrestati e deportati nei Lager nazisti il 5 gennaio ’44 hanno deciso di interrompere la tradizione delle visite al campo di Mauthausen (dove la maggior parte di quei lavoratori deportati morì) per andare in viaggio in una capitale del Nord Europa. Una parte consistente del premio vinto con il concorso (15 milioni in tutto) sarà devoluta a due associazioni assistenziali e del volontariato.
 

 

Cari ragazzi, siccome non ci conosciamo, lasciate che mi presenti. Sono figlio di Carlo Venegoni, animatore, insieme al fratello Mauro (quello ucciso dai fascisti, alla cui menmoria è dedicata una via della vostra città) della Resistenza legnanese. I miei genitori si sono conosciuti nel Lager allestito dai nazisti alle porte di Bolzano. Per questo motivo da quando loro non ci sono più collaboro con l’Associazione degli ex deportati politici nei campi nazisti (in sigla: Aned). Ho letto della vostra decisione di impiegare altrimenti i soldi vinti con il concorso, interrompendo la tradizione delle visite al Lager nazista dì Mauthausen. Rìspetto la vostra scelta, ma lasciatemi dire che secondo me avete commesso un errore. Vedete, nella prossima primavera a Mauthausen e in tutti i grandi Lager di cui i nazisti costellarono l’Europa (le autorità democratiche tedesche, nel dopoguerra, ne hanno catalogati centinaia) si ritroveranno i superstiti ancora in condizione di affrontare un simile viaggio, nel ricordo dei milioni di uomiin . e donne sterminati dalla inesorabile macchina hitleriana. Sarà l’ultinio raduno mondiale fatto così, convocando dai quattro angoli del pianeta tutti gli scampati allo sterminio. Dalla fine della guerra sono trascorsi 50 anni. Anche i più giovani tra gli ex deportati, quelli che allora avevano la vostra età di oggi o poco più, sono ormai dei nonni con i capelli bianchi. Non giriamoci tanto intorno: non ci sarà un altro appuntamento del genere nel settantesinto della liberazione.

I superstiti dei Lager nazisti sono oggi in Italia meno di 2.500 (sui circa 40.000 che furono caricati sui vagoni pionibati). Qualcunoforse l’avete conosciuto, o magari visto in televisione: molti di loro dedicano gran parte delle proprie energie ad incontrare i giovani, a testimoniare della propria esperienza. Fateci caso: non sentite mai dagli ex deportati parole di odio o di rancore. Non si tratta per loro di rinfocolare vecchie contrapposizioni, ma al contrario di ricordare un capitolo di storia che qualcuno vorrebbe cancellare, e anche di diffondere un messaggio di tolleranza, di comprensione, di pace. L’assillo di questi uomini orinai anziani è quello che si possa scongìurare, in.futuro, il ripetersi degli orrori del passato. E che di quella pagina (la più nera, certamente) della storia dell’umanità restino negli anni a venire una traccia e un insegnamento. Ecco perché l’Aned chiama oggi i giovani a partecipare a quegli incontri, al fianco dei superstiti. Non per ossequio a un logoro rito, ma per chiamare una nuova generazione a prendere il posto degli uomini e delle donne che resistettero al lucido disegno nazista di annientarefisicamente quelli che Hitler considerava propri avversari, per ragioni politiche o per aberranti “giustificazioni razziali. “Diamo alla iliemoria un futuro” è l’appello dell’Associazione; un appello già raccolto da molti ragazzi e da intere classi delle scuole medie superiori che forse vedono in tanti segni di razzismo e di intolleranza di oggi la prova dei guasti dell’oblìo di quella incommensurabile tragedia che sconvolse, sotto il segno della svastica, tutta l’Europa.

Ai giovani gli ex deportati chiedono di trovare in sé il coraggio, la forza di assumersi il peso di questa responsabilità: prendere dalle mani dei pochi superstiti dei Lager il testimone del loro dolore, ina anche della loro dignità, del loro insegnamento alla tolleranza e alla pace, per “dare alla memoria un futuro”. Gli incontri della prossima primavera nei luoghi dello sterminio nazista costituiranno così in un certo senso un autentico appuntamento con la storia. Migliaia di ragazzi ìtaliani, ma anche di tutti gli altri paesi d’Europa, potranno dire “io c’ero quel giorno; ho visto quegli uomini e quelle donne; mi hanno raccontato la loro esperienza; ho pianto e ho sorriso con loro”. E da quell’abbraccio si diffonderà per il mondo conie un vaccino salutare una parola di pace e di speranza.

Ecco, vedete. Per un gruppo di ragazzi intelligenti come certamente voi siete la gita in una grande capitale del Nord sarà sicuramente un’occasione di svago e di conoscenza. Ma una come tante. Il viaggio al quale avete scelto di rinunciare vi avrebbe invece offerto un’opportunità unica e irripetibile. Un’occasione per crescere, per guardarsi dentro, prima di tutto, e anche per trovare in se stessi motivi di vita e di speranza in quest’epoca tormentata. Peccato non avervi con noi in questo viaggio. Se vorrete, ve lo racconteremo.

Dario Venegoni