La tragedia della deportazione vista dai ragazzi e dalle ragazze delle scuole di Sesto San Giovanni
A Buchenwald
La fatica, la fame
la debolezza, il freddo
e la stanchezza,
l’enorme stanchezza
“Avanti presto”
gridavano gli aguzzini
Chi cade è perduto
e guai a chi si ferma
ad aiutare un caduto.
La frusta degli aguzzini
è sempre all’erta.
La colonna marcia a fatica
mentre la neve
scende lentamente.
Dolci ricordi affiorano
alla mia mente,
per un momento dimentico
la fatica, la fame
la debolezza, il freddo
e la stanchezza,
per un momento
ritorno un uomo
libero e felice.
Davide Beretta
Scuola media di via Boccaccio, succursale di via Falck – Classe III H
Un bambino di Dachau
C’erano tanti bambini
a Dachau.
Un giorno ne vidi uno
molto piccolo,
forse aveva quattro o cinque
anni,
stava giocando
sui sassi del cortile
era magro, pallido,
con dei grandi occhi tristi.
Un caporale delle SS
lo prese tra le braccia
e cominciò a palleggiarlo,
e lo buttava in alto per gioco
e il piccolo rideva,
felice.
Poi all’improvviso
l’uomo lo lanciò con forza
contro il filo spinato
del muro di cinta
percorso dall’alta tensione
Il bambino restò impigliato
e oscillava al vento
come una bambola di pezza,
come un fantoccio senza vita.
Così morì un piccolo
di Dachau.
Stefania Perrone
Scuola media di via Boccaccio, succursale di via Falck – Classe I A