Pubblicato a Varsavia uno studio che cerca di smentire il numero delle vittime

Il direttore “rimuove” di sua iniziativa la targa ricordo. La cifra ufficiale è tre volte superiore. Dura reazione degli ebrei tedeschi: “Deridete l’Olocausto” I nostri telegrammi

 

Varsavia – Soffia ancora il vento della polemica su Auschwitz. A riportare d’attualità uno dei più tristemente famosi campi di sterminio nazisti è questa volta il numero degli assassinati nelle camere a gas. Il direttore del museo del lager polacco, Franciskez Piper, ha infatti rivelato che (a suo parere) le vittime furono al massimo “solo” un milione e mezzo, contro i quattro milioni fino ad ora stimati. La rivelazione di Piper è stata pubblicata dall’organo di Solidarnosc, “Gazeta Wiborcza”.
Secondo i calcoli dello storico, “furono un milione e trecentomila i deportati ad Auschwitz. Di questi, un milione e 100mila ebrei, 150mila polacchi, 23mila tzigani e 15mila prigionieri di guerra sovietici. Ne sopravvissero solo duecentoventitremila. Si tratta di cifre minime – ha commentato Piper – ma il numero delle vittime non dovrebbe comunque superare il tetto del milione e mezzo complessivo.
Numero dunque assai distanti da quelli “ufficiali”. La commissione sovietica che nel ’45 rivelò al mondo l’orrore del campo a sud di Cracovia calcolò all’incirca quattro milioni di vittime. Ma il direttore di Auschwitz non pare avere dubbi. Le sue ricerche, durate sei anni (dall’80 all’86), sarebbero basate su dati statistici, fogli diaccompagnamento e registri del lager. Piper lascia aperto solo un piccolo spiraglio “La verifica dei risultati – ha detto al giornale di Solidarnosc – sarà resa più facile all’accesso agli archivi scoperti nel campo alla sua liberazione, nel ’45. Purtoppo, questi archivi, sono stati portati in Unione Sovietica e le nostre ripetute domande di averli indietro non hanno ancora avuto risposta”.
Per questo, lo storico ha parlato di possibili variazioni dei dati. Variazioni, ha commentato, che anche al loro punto di massima sono comunque ben al di sotto di quelle fino ad ora “ufficiali”.
Intanto, prima conseguenza dello studio, è stata rimossa una targa che si trovava all’ingresso del campo e sulla quale si indicava in quattro milioni il numero delle vittime.
Immediata la reazione del consiglio centrale della comunità israelitica tedesca. Il presidente Heinz Galinski, sopravvissuto proprio ad Auschwitz, è sbottato senza mezzi termini. “Aver rimosso la targa – ha commentato a botta calda – equivale a deridere le vittime dell’Olocausto”. Ha poi aggiunto che è storicamente provato che il numero totale dei morti nel lager polacco ammonta a quattro milioni.
 
 
Milano, 19 luglio 1990

Franciszek Piper, Direttore Museo Auschwitz. Oswiecim Brzezinka-Polonia

A nome superstiti e familiari caduti esprimiamo protesta per rimozione targa senza preventiva consultazione Comitato Internazionale di Auschwitz.
Rivendichiamo diritto di essere informati su ogni azione o progetto inteso a modificare sia pur per valide ragioni quanto universalmente concordato all’atto di costituzione del Museo e della sua arca.

Avv. Gianfranco Maris
Presidente Associazione Nazionale Ex Deportati Politici

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Milano, 19 Luglio 1990

Erg. Ambasciatore Polacco in Italia via Rubens, 20. 00197 Roma

Preghiamo trasmettere suo governo nostra perplessità per rimozione targa Museo Auschwitz effettuata arbitrariamente dal direttore Piper senza aver preventivamente consultato il Comitato Internazionale di Auschwitz del quale l’ANED è membro attivo. Come deportati e familiari dei caduti rivendichiamo il diritto di essere informati su ogni azione o progetto inteso a modificare sia pure per valide ragioni quanto universalmente concordato all’atto di costituzione del museo e della sua area.

Avv. Gianfranco Maris
Presidente Associazione Nazionale Ex Deportati Politici

 

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Milano, 19 luglio 1990

On. Gianni De Michelis, Ministro degli Esteri P.le Farnesina. Roma

Preghiamo trasmettere al governo della Repubblica di Polonia la nostra protesta per rimozione targa Museo Auschwitz effettuata arbitrariamente dal direttore Piper senza aver preventivamente consultato il Comitato Internazionale di Auschwitz del quel l’ANED è membro attivo. Come superstiti e familiari dei caduti rivendichiamo il diritto di essere informati su ogni azione o progetto inteso a modificare, sia pure per valide ragioni, quanto universalmente concordato all’atto di costituzione del museo e della sua area.

Avv. Gianfiranco Maris
Presidente Associazione Nazionale Ex Deportati Politici