Felice Malgaroli

Rispondo subito all’appello del Triangolo Rosso, dando una breve traccia del mio intervento al Congresso della nostra associazione. Intanto ricordo l’attività svolta. Ho una presenza continua nelle scuole medie, dove porto la testimonianza sul razzismo e la deportazione dietro richiesta dei docenti e al solo scopo didattico (in tre soli mesi del ’94 ho tenuto ben 23 conferenze). Ho scritto “Domani chissà” sulla Resistenza e la deportazione, e molti docenti l’hanno proposto agli studenti come lettura alternativa. Entro la fine di marzo presenterò un nuovo lavoro, “Transeuntes”, relativo al tema della emigrazione-immigrazione, con l’intenzione di aprire un dibattito contro il razzismo. Scrivo mensilmente un articolo sul “Caragliese”, dove nella veste di Faussone (l’operaio tecnico di Primo Levi) conduco la mia modesta battaglia contro il vezzo di alcune figure prominenti di rilanciare l’arroganza dell’uomo contro l’uomo. Nel mio intervento al Congresso vorrei illustrare quanto forti siano i legami tra lo squallore del momento politico presente con l’impatto che noi abbiamo subito nel dopo-Lager, quando, rientrati in patria dalla deportazione, ci rendemmo conto che i valori più cari e semplici ai quali eravamo legati non esistevano più. Vorrei anche proporre una soluzione di continuità operativa al nostro lavoro di memoria storica. Dobbiamo riconoscere che non possiamo invecchiare e morire sulle poltrone, senza avere prima riconosciuto statutariamente uno spazio alle classi giovani.

Felice Malgaroli Mauthausen 115577