A cinquant’anni dalla deportazione il Comune di San Daniele del Friuli ha voluto tributare un doveroso omaggio alla famiglia Szörenyi, che lì aveva inutilmente cercato rifugio dall’Ungheria. Al termine di una semplice e commovente cerimonia, nel corso il prof. Luigi Raimondi ha ricostruito la vicenda degli Szörenyi, il sindaco ha scoperto una lapide commemorativa collocata proprio sulla casa che la famiglia abitava il 16 giugno del ’44, quando, in seguito a una delazione di un impiegato comunale fascista, fu prelevata dai tedeschi e inviata prima alla Risiera di San Sabba e quindi ad Auschwitz. Adolfo Szörenyi, ebreo ungherese, fu preso insieme alla moglie Vittoria Pick, cattolica triestina, e a 7 dei loro 8 figli. Di tutti tornarono solo in due ragazzi: Carlo e la piccola Arianna, che aveva solo 11 anni e che sopravvisse a infinite “selezioni” e alla terribile marcia di trasferimento da Auschwitz verso Ravensbrück e Bergen Belsen.
La Storia di Aríanna e della sua sventurata famiglia è raccolta nel libro “L’erba non nasceva ad Auschwitz” di Mimma Paulesu Quercioli.